Gol e via in Germania. L’Italia di Luciano Spalletti chiude il pre-Europeo con una vittoria e prepara le valigie per la spedizione tedesca con l’entusiasmo giusto per propiziare al meglio il duro percorso da affrontare, ostico sin dall’esordio da disputare contro l’Albania. Ma all’appuntamento con la Nazionale di Silvynho manca ancora tempo e quello visto ieri sera contro la Bosnia è stato solo un assaggio di ciò che i ragazzi di Spalletti possono fare senza lasciarsi schiacciare dal peso delle gerarchie. Spensieratezza, ma anche responsabilità, rispetto e coscienza, entusiasmo, brio e voglia di mettersi in gioco, prime volte e coscienziosa esperienza. Un binomio ben rappresentato dagli interisti chiamati dal ct di Coverciano, tradizionalista nella scelta dei giocatori da prendere in prestito da Inzaghi: Bastoni, Darmian, Dimarco, Barella, Frattesi (e Acerbi costretto però al forfait dovuto alla pubalgia, problema al quale il difensore ha fatto fronte chirurgicamente).

In attesa della grande prima contro l’Albania di Asllani, Spalletti ha affrontato e battuto la Bosnia Erzegovina orfana di Edin Dzeko, vittoria sottoscritta dall’interista Davide Frattesi che con un gran gol di prima dalla distanza manda in buca un bijou di Federico Chiesa e fa sorridere l’uomo di Certaldo in panchina. Ancora una volta il 16 dei Campioni d’Italia, al netto dei suoi 1555 minuti, 1946 meno dei 3501 del compagno di reparto all’Inter e nell’Italia Barella, ha messo la firma in una marcatura azzurra dell’era Spalletti, la quinta. Cinque gol in 15 presenze, 898 minuti, che aggiungono certezze al ct azzurro, costretto alle preoccupazioni procurate da Barella, reduce da un affaticamento che rallenta di sicuro l’approccio del 23 dell’Inter al massimo torneo continentale, ma alleggerito dal suo diretto sostituto che all'occorrenza può essere un ottimo compagno e che, a dirla tutta, scalpita per mostrare all'Italia (e a Inzaghi) che il binomio italiano Frattesi-Barella è possibile, e che il minutaggio stagionale al centrocampista di Fidene inizia a star stretto e non poco.

Un’assenza, quella dell'affezionatissimo 'Nicolino', che si veste da assist per le rotazioni d'apprendistato che hanno regalato buone reazioni in vista di un impegno che avrà bisogno di tutti gli interpreti chiamati a rappresentare i campioni in carica che alla freschezza dei new entry portano inevitabilmente sulle spalle il peso dei doveri: il peso della chiamata. Ma l’Italia chiama, Frattesi risponde, ancora una volta con voce squillante. A fare da tramite è Federico Chiesa, il gioiellino bianconero che oggi la Juventus sembra snobbare e mettere in vetrina, amo per il miglior offerente. Pennellata dell’esterno bianconero e sberla dell’interista che deliziano gli italiani, ancora troppo poco entusiasti di questa Nazionale, disillusi dinnanzi alla possibilità di bissare Wembley, remake dai toni utopici per la semplice straordinarietà dell’evento datato 2021 come prima ragione e per la composizione della squadra della spedizione di Germania, ricca di talenti ma assemblaggio recente che trae dal collante Luciano una miscela pur sempre di natura parecchio giovane. Basterà?

Un alleggerimento dell’età media della squadra che fa dei 26 azzurri di questo Euro 24 una sorta di underdog del pensiero collettivo nazionale che mette il gruppo di Spalletti sul piatto di una bilancia che pone sul braccio opposto i vari Chiellini, Bonucci, Verratti, Immobile… un paragone che tiene conto sì dell’inevitabile svecchiamento che dona freschezza dal sapore nostalgico dovuto al primo faccia a faccia con le importanti assenze di cui sopra, che deve però altresì tener conto dell’esperienza maturata da buona parte dei giocatori con i rispettivi club. Dei 26 azzurri 16 hanno disputato competizioni europee, arrivando persino in fondo, vedi romanisti e interisti, ormai ben attrezzati della scorza internazionale maturata tra Champions, Europa e Conference League. E persino il 'giovane' Frattesi non sembra più riuscire a calzare i panni del bocciolo appena sbocciato nel giardino dei talenti: reduce da un anno concluso sul gradino più alto del podio d'Italia e fortemente accresciuto dalle varie esperienze maturate nel giro di spedizioni europee, il 7 di Spalletti ha dato un ulteriore scossone alle coscienze milanesi. Altra grinta famelica, altra gran prestazione e altro gran gol: uno spot mai così brillante per l'Europeo ma anche per la stagione che verrà, all'alba di una finestra di calciomercato che dovrà essere maneggiata con cura, serrando eventuali indesiderate incursioni che Marotta, Ausilio ma soprattutto Inzaghi dovranno dribblare. 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 10 giugno 2024 alle 17:05
Autore: Egle Patanè
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