Le sliding doors di una stagione sono infinite. Tra probabilità e imprevisti, il Monopoli della Serie A spesso sa far smarrire la via a diverse squadre. L’ultima carta arancione pescata da Luciano Spalletti è quella che può fare più male, in questo momento del campionato. È l’infortunio di Marcelo Brozovic, vittima di una distrazione muscolare al semitendinoso della coscia destra, che rimane da valutare nei prossimi giorni.

INAMOVIBILE – Più di Icardi (casi a parte), più di Perisic e Nainggolan. Perfino più di Skriniar (l’unico giocatore di movimento nerazzurro che ha giocato più minuti di Epic). Il croato ex Dinamo Zagabria è il vero insostituibile per Luciano da Certaldo. Nelle 31 partite di campionato, Brozo ne ha giocate 28, di cui 27 da titolare. Se allarghiamo il discorso alle coppe, si vede come in Europa è rimasto fuori solo in EL all’andata contro il Rapid Vienna e nel ritorno catastrofico contro l’Eintracht (anche lì non al meglio dopo un infortunio rimediato contro la Spal). Sempre presente in Champions League, come nei due turni di Coppa Italia. Un giocatore fondamentale, anche nei suoi cali di concentrazione. Più di quanto non dicano tabellini e risultati. Il classe ’92 ha realizzato 2 gol e 1 assist nelle 38 presenze complessive, in cui ha anche rimediato 13 cartellini gialli e un rosso (per doppia ammonizione a Bergamo). Nelle 5 gare senza di lui, l’Inter ha perso solo nell’uscita di scena dall’Europa League, vincendo nelle altre 4 occasioni. Ma sono anche altri i numeri che possono rendere giustizia alla sua incisitivà. Il croato, infatti, è il primo giocatore della Serie A per km percorsi, con una media di 11,819 a partita (con 2443 minuti giocati). E si è fatto apprezzare anche nel recuperare il possesso: sono 125 i palloni riconquistati da Brozo, preceduto in campionato solo dai napoletani Koulibaly e Allan.

TATTICA – La principale falla che lascia però il k.o. di Brozovic è di natura tattica. Senza di lui, manca di fatto un giocatore capace di prendersi sulle spalle i compiti di impostazione e gestione dei tempi del gioco. Al suo fianco domenica, al momento dell’uscita di scena c’era Gagliardini, difficilmente improvvisabile come regista. Al momento del suo stop, al 22’, Spallletti ha messo in campo Radja Nainggolan, indietreggiando Vecino in mediana, nel 4-2-3-1 in cui il Ninja si è posizionato come trequartista centrale. L’uruguagio però si è dimostrato non all’altezza di un ruolo che impone anche la lucidità di saper rallentare quando le posizioni in campo lo richiedono. Senza contare il fatto che il Mate sta vivendo una delle sue stagioni peggiori a livello di rendimento, e sarebbe complicato anche solo immaginarlo adattato in un ruolo non suo. Vero è che anche Brozovic sia stato improvvisato in quel ruolo lo scorso campionato, e da separato in casa è passato a insostituibile. Eppure, a oltre un anno da quell’Inter-Napoli (datato 11 marzo 2018) nessuno è riuscito a fare da metronomo meglio del nazionale corato, cuore pulsante del meccanismo di Spalletti. Classico giocatore che, se è in giornata fa girare la squadra, ma in caso contrario, influisce in negativo su tutto il gruppo.

UOMINI – Ciò che più grava sulle spalle del tecnico è ora capire come sostituirlo. Ovviamente, a 7 gare dal termine del campionato e con un Champions non ancora in cassaforte, ogni minuto è importante. C’è quindi da cercare la soluzione migliore, contando che il rientro dopo Pasqua (per il derby d’Italia contro la Juventus) del croato non è comunque scontato. Intanto, dopo il match sul campo del Frosinone domenica sera, ci sarà lo scontro diretto contro la Roma, appuntamento da non fallire, con le inseguitrici pronte ad approfittare di un passo falso. Contro l’Atalanta, il primo cambio di Brozo è stato, come detto, Nainggolan – in panchina perché anche lui non al meglio –, ma come ha ammesso lo stesso tecnico nella conferenza postpartita, è stata una scelta dettata dalle situazioni. Nel finale è entrato anche Borja Valero, determinante con le sue doti di palleggio e di lettura tattica. Giocatori, sia il belga-indonesiano sia lo spagnolo, sicuramente più tecnici di Vecino e Gagliardini, che concedono comunque una mediana molto fisica, dura da superare e contrastare. Ci sarà da intuire anche le scelte di Spalletti in relazioni ai diversi avversari, senza escludere la possibilità di un 4-3-3 in cui ci sarebbero anche le ipotesi di un avanzamento di Asamoah come mezz’ala, o di un arretramento – nella stessa posizione – di Candreva, mossa già vista nelle emergenze europee.  Una carta meno sorprendente potrebbe essere quella di Joao Mario, tornato nelle rotazioni nelle sfide contro Lazio e Genoa in seguito al lutto familiare, e che dopo un buon exploit nel finale del girone di andata ora potrebbe essere il classico coniglio da estrarre dal cilindro per Luciano Spalletti. Contando che a giugno potrebbe cambiare il suo 'supporting cast'.

MERCATO – In estate, infatti, con tutta probabilità avrà luogo in casa Inter una rivoluzione. Cambiamenti che potrebbero riguardare tanto la panchina quanto i giocatori. Il mezzo al campo, tra i tanti vociferati, il nome seguito con più attenzione da Piero Ausilio e il suo staff (come vi abbiamo svelato giorni fa in anteprima) è Ilkay Gundogan. Centrocampista importante, per caratteristiche, caratura ed esperienza, il cui acquisto sarebbe da leggere come ennesimo step nel percorso di crescita della squadra nerazzurra. Il suo arrivo offrirebbe nuove alternative di gioco. E soprattutto, andrebbe ad arrichire la rosa di giocatori da affiancare a Brozovic, ormai da considerare vero perno della mediana, che quest’anno si è riposato pochissimo. Lo farà ora, forzatamente, nel momento della stagione in cui Spalletti ha più bisogno di lui. Ma il Lucio ha più di una volta fatto di necessità virtù. E potrebbe sorprenderci di nuovo.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 13 aprile 2019 alle 22:10
Autore: Federico Rana / Twitter: @FedericoRana1
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