"Quello che mi è successo è stata la punizione dell’Inter per aver trovato l’accordo col Milan". Jonathan Biabiany oggi scherza sul problema cardiaco che aveva messo a rischio la sua carriera. Intervistato da Tuttosport, l'esterno francese conferma l'ormai raggiunta maturità, non solo calcistica.

Il gol al Frosinone è stato una liberazione? 
"No, la liberazione è stata tornare ad allenarmi insieme ai compagni dopo 3-4 mesi in cui correvo da solo". 
 
Che voto dà a questa stagione? 
"Un sei e mezzo: saremmo stati da 7 con la Champions. Però torneremo in Europa ed è un buon punto da cui ripartire". 
 
Quanto è lontana la Juve? 
"In questo momento loro fanno parte delle 5-6 migliori squadre d’Europa, mentre l’Inter deve ancora acquisire qualcosa per raggiungerli. Non credo però che siamo così lontani da loro". 
 
Cosa manca all’Inter per essere da scudetto? 
"La continuità e un po’ più di rabbia. Dobbiamo avere quella cattiveria che dimostra la Juve nel cercare la vittoria". 
 
Biabiany, sa che c’è mezza serie A che la vuole? 
"Beh, ma io voglio restare solo all’Inter ed essere protagonista qui". 
 
Che Mancini ha ritrovato? 
"Adesso è più esperto, ha più grinta e sa bene quello che vuole". 
 
Quest’anno, in un paio di occasioni, lei è stato schierato terzino: può diventare la sua seconda vita da calciatore? 
"Non ho problemi a fare quel ruolo, anche Mourinho mi diceva sempre che mi vedeva più da terzino che come ala". 
 
E lei cosa gli rispondeva? 
"Che volevo giocare solo avanti... Ma ero giovane e adesso, essendo più esperto, non avrei nessun problema a giocare in difesa anche perché con Donadoni a Parma nel 3-5-2 spesso, scalando, facevo il 4° basso". 
 
L’Inter, tra l’altro, cerca rinforzi proprio in quel ruolo... 
"Non ho nessun problema a stare lì, a me importa giocare... non fare gol". 
 
Se l’aspettava le difficoltà di Kondogbia? 
"Sì, infatti gli ho sempre detto di avere pazienza, di stare tranquillo perché, alla prima partita che avrebbe sbagliato, gli sarebbero andati tutti addosso. Di certo sui giudizi ha influito pure il prezzo che è stato pagato e credo sia stato un peso in più anche per lui". 
 
Come si pone, da calciatore, sul fair play finanziario? 
"E’ giusto che ci siano delle regole e chi controlla con severità. Al Parma, per esempio, molta gente che deve arrivare alla fine del mese per vivere, è rimasta senza un lavoro".  

Sezione: Focus / Data: Gio 12 maggio 2016 alle 08:30 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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