'Ringrazio Dio di non essere modesto': è il titolo di una lunga intervista concessa da Josè Mourinho, stasera impegnato con il suo Real Madrid nella trasferta di Amsterdam contro l'Ajax, valida per la fase a gironi di Champions League, al quotidiano transalpino France Football, nella quale ha commentato il suo carattere che da sempre ne contraddistingue il personaggio. "Grazie a Dio non sono mai stato modesto - ha esordito il portoghese -, è una qualità che non aiuta in nessun caso. Vivo e lavoro in un mondo in cui non si può dire ciò che si pensa, non si può dire la verità. Non sono ipocrita nè diplomatico, e questo è il mio maggior difetto. Il peggio è quando ti paragonano con gente che lo è. Vincere una volta il campionato lo possono fare tutti. Il calcio permette che questo accada. Però, vincere e vincere e vincere ancora, non è per tutti gli allenatori. Sono perfettamente cosciente delle mie potenzialità e capacità. Mi piace pensare come penso, mi piace che la gente che sta con me pensi esattamente allo stesso modo. Siamo forti, dobbiamo tenere alta la qualità, siamo i migliori e che possiamo sempre vincere. E’ la mia filosofia".

Mou rivela inoltre quali fossero i suoi propositi una volta approdato all'Inter: "Volevo costruire una squadra a due volti. Una per vincere lo scudetto e un'altra per provare a vincere la Champions League. Nel primo caso, sapevo che eravamo la squadra migliore del campionato. E quando hai la squadra migliore devi dire: vinco. Non ci sono altre possibilità. Invece, in Champions, l'Inter 2009-2010 non era la squadra migliore se paragonata al Real, al Barcellona, al Bayern, al Manchester, al Chelsea, tutte squadre che potevano vincere il titolo. In partenza potevamo solo dire: 'proviamo a vincerla'. Poco a poco, abbiamo trasformato il nostro discorso in 'la vinceremo'. E l'abbiamo vinta''.

Il portoghese ripensa quindi all'impresa compiuta lo scorso anno in nerazzurro: "Mentre la Champions vinta con il Porto fu una sorpresa perché era una squadra di giovani, con l'Inter fu tutto il contrario, era la squadra dei veterani. C'erano dei giocatori che se non avessero vinto quella coppa lì non l'avrebbero vinta più! Cioè, insomma, diciamolo fra virgolette, perché possono ancora vincere quest'anno o l'anno prossimo! Ma se prendi Zanetti, 37 anni, Materazzi, 37, Cordoba, 34, Toldo, 38, Samuel, era probabilmente la loro ultima occasione. Sono fiero che abbiano realizzato questo sogno".

Si può dire che la semifinale contro il Barcellona sia stata una buona pubblicità? "Sì, è stato uno spettacolo fantastico. Non fu colpa nostra. Io avevo deciso di vincere. Capisce? Avevo deciso di vincere! Lo spettacolo l'avevamo dato a Milano, all'andata vincemmo 3-1, ne avremmo potuti fare quattro, e siamo andati a Barcellona con quel vantaggio. Là abbiamo cominciato ed eravamo disposti a giocare ma, dopo un quarto d'ora, ci siamo ritrovati in 10. E a quel punto, o fai il buffone e ne prendi quattro o cinque, o reagisci da campione e di qualifichi. Sapendo che se fossimo arrivati in finale, l'avremmo vinta. Fu un grande spettacolo di tattica!".

Parlando del proprio futuro, Mourinho non nasconde mai le sue ambizioni: "La mia dimensione ideale è il calcio inglese. E’ lì dove voglio terminare, ma non posso non essere felice al Real Madrid, tenendo conto della dimensione sociale del club, dell’amore che suscita e dell’importanza del sogno che vorrei realizzare".

L'ex allenatore dell'Inter narra infine un interessante retroscena legato a Nicolas Burdisso, da lui inizialmente sottovalutato nella prima stagione in cui allenava a Milano: "All’Inter, quando arrivai, gli dissi che era meglio che andasse via, non ci sarebbe stato spazio per lui. Volevo venderlo per investire su altri giocatori. Avevo programmato la sua cessione e, alla fine, si è rivelato fra i giocatori più coinvolti dal mio progetto mai incontrati nella mia carriera. Lui mi rispose: ‘ti dimostrerò che posso giocarè'. Gli ho detto: ‘ok, vediamo, vediamo insieme. Non ti voglio oggi, ma forse domani sarà un altro giorno'. E oggi, sa quanto lo apprezzo. Sa anche che sarei felicissimo di lavorare di nuovo con lui, perchè è un uomo e un giocatore fantastico".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 23 novembre 2010 alle 13:39 / Fonte: France Football, sky.it, calcionews24.com
Autore: Daniele Alfieri
vedi letture
Print