"E’ stato un personaggio importante per tutto il calcio italiano, ma soprattutto io gli devo tanto: mi lanciò in squadra che ero giovanissimo". Così Sandro Mazzola rievoca la figura di Helenio Herrera, l'allenatore della Grande Inter. Parlando con Nicola Cecere della Gazzetta dello Sport, Mazzola spiega perché HH occupa un posto importante nella storia del calcio: "Herrera ha portato a Milano la cultura del lavoro ovvero la cura maniacale degli allenamenti unita alla dieta da atleta e alla costante sottolineatura degli aspetti psicologici della vicenda agonistica. Il Mago dopo una sconfitta oppure alla vigilia di un match particolarmente importante ci faceva trovare negli spogliatoi dei cartelli di incitamento. Prima degli anni Sessanta il ruolo dell’allenatore era marginale, con Herrera e di riflesso il suo dirimpettaio milanista Nereo Rocco, il tecnico diventa personaggio centrale anche per i tifosi. Un ruolo che Herrera interpretava con astuzia e… profitto: i suoi premi partita erano di valore doppio rispetto ai nostri".

Tra i grandi meriti tecnici di Herrera, secondo Mazzola, quello di aver scoperto "le grandi doti atletiche di Giacinto Facchetti, oltre alla sua propensione alla manovra di attacco. Perciò lo autorizzò a sganciarsi tutte le volte in cui intuiva di poter diventare letale. L’esempio più importante di questa innovazione è la rete del 3-0 rifilata al Liverpool in coppa Campioni in una notte esaltante per il mondo interista. La segnò Giacinto al culmine di una manovra a tre tocchi: gli inglesi furono colti assolutamente di sorpresa"

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 11 dicembre 2012 alle 19:32 / Fonte: Gazzetta dello Sport - Milano Lombardia
Autore: Christian Liotta
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