Solo Achraf Hakimi. Dalle parole di Marotta e Ausilio mi pare di capire che l’Inter – a meno di offerte irrinunciabili per i giocatori top – non si priverà di nessun altro dei propri campioni. Ora, dato per assodato che la cessione del marocchino sarà dolorosissima e per anni – speriamo per i tifosi non per decenni – non sgropperà sulla fascia nerazzurra uno forte come lui, si deve anche guardare il lato positivo della vicenda, ossia che le casse dei meneghini potranno respirare. Hakimi non ha ancora firmato per il PSG, ma è già un rimpianto. Ma restano nella rosa della Beneamata profili invidiabili, che puntano a difendere il titolo di campione d’Italia. La strategia della dirigenza dell’Inter che è molto chiara: confermare in blocco il gruppo vincente (in Italia) della scorsa annata, a meno di sacrifici dovuti in tempi di covid, cogliendo però le occasioni che il mercato potrà offrire. Un modus operandi che sicuramente potrà portare degli ovvi benefici, anche perché pure i muri sanno che più i calciatori si conoscono e giocano insieme, meglio potranno dimostrare le proprie qualità. Dall’altra parte certo, brucerà tantissimo – repitita iuvant – l’addio di Hakimi: un top club non vende mai i migliori, ma sarà anche l’occasione per ammirare e giudicare ancora una volta l’operatore di un nuovo mister, dei giocatori e dell’attuale dirigenza.

Magari – e sarebbe anche ora – si potrebbero lanciare dei giovani. Satriano era quasi sprecato in Primavera, proprio di un’altra categoria. E non mi stupisco che possa essere corteggiato da mezza Premier League. Stankovic avrà una brillante carriera, Persyn mi sembra abbia gamba e corsa. La speranza è che finalmente qualcuno possa entrare in pianta stabile - e non uscire più - dalla prima squadra. E poi – dato che gli scout nerazzurri sono davvero abili e preparati – mi aspetto un arrivo in sordina (magari anche di più) di un giocatore quasi sconosciuto o che comunque non esalti la folla, e che tale atleta poi possa imporsi in nerazzurri.

Nel calcio il fatturato aiuta, è innegabile. Ma se hai idee e competenze superiori agli altri – e chi lavora per l’Inter deve dimostrare ogni giorno di meritarsi un club così importante – puoi superare gli ostacoli e fare cose grandissime. Lavoro proficuo, gruppo empatico di professionisti affamati e idee vincenti: se incanalate tutte nella giusta direzione sono di per sé già uno Scudetto.
Sezione: Editoriale / Data: Ven 02 luglio 2021 alle 00:01
Autore: Simone Togna
vedi letture
Print