Una mattina come quella di oggi, tra tre settimane, sarà di nuovo uno di quelle mattine di inizio settimana. Di quelli in cui ci si sveglia con addosso ancora gli strascichi del week end di Serie A appena concluso, di quelle in cui si può tornare a parlare di gol, parate, diagonali sbagliate e, come inevitabile, errori arbitrali e non più solo di "interessamenti", "sondaggi" o "possibili offerte". Questi mesi di astinenza calcistica ci fanno capire infatti quanto ancora siamo legati al calcio giocato e come, non appena possibile, rapportiamo tutto al rettangolo verde, come ogni indiscrezione di mercato o possibile acquistano assumono valore solo se poi visibili in campo

E' così anche per la nuova Inter di Spalletti, che dopo la tournée americana è costantemente divisa tra quello che succede nelle linee telefoniche di Ausilio e Sabatini, di cui siamo costantemente aggiornati, e quello che fa in campo Luciano Spalletti, di cui invece abbiamo meno il sentore se non attraverso le prime amichevoli. E anche se sono partite non ufficiali, danno i primi indizi di una squadra che sta provando a prendere forma. Uno Skriniar che inizia a convincere, magari privo dell'intervento che ruba l'occhio, ma sempre preciso e puntuale sull'uomo, cosa che in casa Inter tra i difensori è tutt'altro che scontata. Come lui piace Borja Valero, che sembra avere tutte le carte in tavola per diventare il padrone della mediana nerazzurra, carica vacante dai tempi di Cambiasso. E come per loro, speriamo sul campo di farci un'idea di Vecino, nuovo jolly di centrocampo in arrivo anche lui alla Fiorentina. Speculazioni sul prezzo e sul possibile reale utilizzo avranno forma concreta solo se visti in campo. E intanto si sogna il grande colpo, ci si augura che Suning faccia il paperona e spenda fior di milioni per un grande giocatore, sembra che l'importante sia che venga pagato tanto, più per dare un segnale alle altre che perché sia utile. E ancora una volta torniamo al campo, vero e unico giudice di questo sport: gli scudetti si assegnano a maggio e non al 31 agosto. La mancanza di calcio giocato ha come effetto collaterale quello di considerare sport il fare mercato, l'avviare trattative e l'annunciare giocatori; il calcio vero è fatto di 11 contro 11, la diagonale giusta non viene automaticamente con un cartellino pagato salatamente, anche se sicuramente aiuta.

E così abbiamo un'Inter che prova a crescere e di cui purtroppo abbiamo poco il polso, perché non possiamo assistere a tutti gli allenamenti di Spalletti e del suo staff. Colmiamo questo con i sogni di mercato, speranze che assumono forma solo se rapportate al campo. In una mattina come quelle che ci mancano tanto e che, per fortuna, stanno tornando. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 01 agosto 2017 alle 00:00
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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