Non è tempo di sorrisi in casa Inter. Le amichevoli estive, a differenza di quasi tutte le estati, stavolta non consentono sogni di gloria. Anzi: zero gol segnati nelle ultime quattro sfide e altrettante sconfitte con Bayern Monaco, Milan, Real Madrid e Galatasaray. E' chiaro che, anche senza entrare troppo nel dettaglio, tutti – da Mancini ai tifosi – si aspettavano risposte diverse. Questo non significa che ci si debba squarciare le vene o che sia un segnale di allarme rosso, ma è evidente che qualcosa vada registrato.

Parlando dei singoli, e rimanendo all'ultimo test di Istanbul, si può dire tranquillamente che Miranda e Jovetic – i più attesi – siano ancora in netto ritardo di condizione. Meno brillante che in altre uscite pure Kovacic, riproposto davanti alla difesa. Eppure questa rimane una scommessa che può essere davvero interessante e su cui vale la pena lavorare. Icardi, se non c'è nulla in palio, sembra perdere la sua proverbiale cattiveria sottoporta. Per il resto, le preoccupazioni riguardano Handanovic, il terzino sinistro e l'attacco. Andiamo in ordine.

Lo sloveno continua ad alternare ottime parate e incertezze disarmanti: sarà il caso di limitare al minimo le scelleratezze, viste anche le turbolenze contrattuali che l'hanno visto protagonista. A oggi, non è quella sicurezza eccezionale che ci si aspettava.

Mancini continua a sottolineare a forza di scelte cervellotiche la mancanza di un terzino mancino, e mettere sul mercato Nagatomo-D'Ambrosio, in aggiunta a schierare in quella posizione Juan Jesus, è un segnale evidente che manda alla società: “Help, I need somebody!”. Restando a JJ, tra l'altro, va sottolineato come il tecnico nerazzurro ormai non lo consideri un centrale affidabile, ma anche da laterale non brilla: pure lui potrebbe partire. Bene Santon, meno Montoya: altro grattacapo per il Mancio, che ora teme di aver ricevuto un 'pacco' dalla Catalogna. Ma è ancora decisamente presto per questo tipo di giudizi. Attesa.

In mezzo, detto di Kovacic, si può asserire che Kondogbia necessita di tempo e condizione per mettere in mostra le sue potenzialità. Preoccupano, invece, la cronica incostanza di Guarin (uno che con la concentrazione di uno studente medio sarebbe un fenomeno) e l'involuzione tecnica di Brozovic. Hernanes, allora, diventa sempre più imprescindibile: sta faticando come tutti durante questa preparazione, ma per qualità e intelligenza calcistica resta tra i migliori di tutto il campionato. Gnoukouri, alla lunga, potrebbe rivelarsi una pedina importante.

In attacco, con Icardi annacquato, Shaqiri esodato e Jovetic appena arrivato, non resta che Palacio. Che è sempre lo stesso, per indole e duttilità, ma gli anni cominciano a pesare anche per il Trenza. A risentirne è soprattutto la lucidità negli ultimi sedici metri, zona del campo in cui è sempre stato quasi infallibile.

Al netto delle polemiche più o meno sterili, è chiaro come all'Inter estiva – per un motivo o per l'altro – sia mancata la spina dorsale pensata e voluta dall'allenatore. E queste mancanze si sono riversate anche nell'idea tattica adottata, generando un equivoco: in campo sempre con il 4-3-1-2 di base, modulo che nella testa del Mancio avrebbe dovuto lasciare spazio al 4-2-3-1 o al 4-3-3. Quasi un'Inter falsa. Non poter provare meccanismi nuovi in estate costringerà a prolungare gli esperimenti una volta che l'organico sarà completato con quei pezzi che oggi mancano.

Miranda sarà il leader difensivo, Kondogbia il grimaldello del centrocampo e Icardi la punta di diamante. A loro, però, devono essere aggiunti tramite il mercato il terzino sinistro (Clichy? Criscito?), il mediano equilibratore (Felipe Melo?) e l'attaccante tattico (Perisic?). Ci si rende conto facilmente come si vada verso tutta un'altra Inter rispetto a quella abulica e spesso sconfitta in questa alba della nuova stagione. Dall'Inter falsa all'Inter ideale.   

Sezione: Editoriale / Data: Mar 04 agosto 2015 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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