Dopo la consueta sosta per le nazionali l'Inter torna in campo nel lunch match della terza giornata per la sfida di Marassi contro la Sampdoria. Inzaghi conferma il 3-5-2 con l'undici di base visto nella partita di Verona, unica eccezione Dimarco inserito in difesa al posto di Bastoni, infortunatosi in azzurro. A destra Darmian è preferito ancora a Dumfries, in attacco Lautaro, reduce dagli impegni con l'Argentina, fa coppia con Dzeko. Nei blucerchiati D'Aversa sceglie di optare per il 4-4-2 con l'esordio del neo acquisto Caputo che forma il tandem offensivo con Quagliarella. In difesa recuperato Bereszynski, che completa l'asse di destra con l'ex del match Candreva.
La Samp mostra subito un atteggiamento agguerrito e prova a mettere in difficoltà l'Inter sin dall'inizio con il gioco sulle fasce. Da una parte Bereszinski e Candreva, dall'altra Augello e Damsgaard costringono al lavoro extra Dimarco e Darmian: l'ex United è costretto ad abbassarsi sulla linea di difesa, concedendo però al 4' il cross allo stesso Augello, sprecato dal colpo di testa impreciso di Thorsby. L'Inter guadagna terreno soprattutto grazie a Lautaro che si abbassa facendo a sportellate con gli avversari e apre la manovra per le avanzate degli esterni. Proprio da una giocata spalle alla porta del Toro nasce la punizione dal limite scagliata sotto l'incrocio da Dimarco, a 106 km/h per chi se la fosse persa. Sul fronte opposto Skriniar, che prima del vantaggio si era visto anche in area blucerchiata in una delle sue sempre più frequenti sortite, tiene a bada Caputo su uno dei numerosi cross di Candreva.
Alla mezzora Brozovic inventa di prima per Lautaro saltando così lo schermo di maglie blucerchiate, il Diez scatta nella profondità contro Yoshida e si crea lo spazio per tirare con il destro, trovando però la risposta in tuffo di Audero. Il difensore giapponese della Samp mette la firma tre minuti dopo sul gol del pari, complice la deviazione involontaria di Dzeko, e non è un caso che il corner da cui deriva il flipper che favorisce il numero 22 doriano nasca dall'ennesimo cross di Candreva ribattutto oltre la linea di fondo. Gli inserimenti dei centrocampisti di D'Aversa costringono le mezzali nerazzurre a tenere alta la concentrazione rimanendo basse, mentre i due attaccanti privi di assistenza vengono innescati dai lanci in verticale, come quello di Calhanoglu che costringe Colley al retropassaggio impreciso verso Audero, da cui il corner su cui svetta Skriniar che manda il pallone di poco alto. Servono una scossa, un'invenzione (come la prima di Brozovic) o un lampo di energia, quello innescato al 43' dal turco, che sradica il pallone a Damsgaard, in coppia con Barella che riparte prendendo in contropiede la Samp e servendo infine a Lautaro l'assist al bacio per il raddoppio nerazzurro.
La squadra di casa decide di non cambiare copione nella ripresa, così è da un pallone che passa da un terzino all'altro, da Bereszynski ad Augello, attraversando l'area dell'Inter colta in inferiorità numerica, che arriva il gol del secondo pareggio, con Darmian rimasto in marcatura stretta su Damsgaard e il numero 3 blucerchiato lasciato solissimo e libero di colpire con il mancino al volo. Inzaghi si affida ai primi cambi mandando in campo Vidal e D'Ambrosio al posto dei croati Brozovic e Perisic, il difensore va a completare il reparto arretrato con Skriniar e De Vrij mentre Dimarco sale sulla corsia sinistra a centrocampo, poi entrano Correa al posto di Lautaro, Dumfries per Dimarco e Sensi per Calhanoglu, con l'olandese che si colloca in posizione avanzata a destra e Darmian che ora si schiera sulla fascia opposta. D'Aversa si copre invece richiamando in panchina Quagliarella e infoltendo il centrocampo con Askildsen. Proprio due dei neo entrati nerazzrri, Dumfries e Correa, creano la più ghiotta occasione da gol, con l'ex PSV che si invola sul binario preferito e sterza per servire il pallone al Tucu, che dopo il controllo e le finte calcia alto.
Sull'altro fronte ancora Damsgaard si imbuca in area dopo un rimpallo e sfiora addirittura il tris, ma c'è D'Ambrosio a salvare l'Inter sulla linea. Pochi minuti dopo il danese viene sostituito Verre, mentre Murru rileva Augello, nel frattempo in campo Sensi ha subito una botta e afflitto dal dolore prima cede il posto a centrocampo a Correa mentre lui sale in attacco dove è richiesta minore copertura, poi è costretto ad alzare bandiera bianca ed esce dal terreno di gioco. D'Aversa vuole approfittare dell'uomo in più e sceglie di tornare allo schieramento con due punte inserendo Torregrossa al posto di Silva, il match però si scalda nel finale solo a causa delle frizioni in campo, con Orsato che decreta la fine al termine dei 6 (diventati 7) minuti di recupero al Ferraris. I nerazzurri stavolta mettono in mostra meno focus e idee rispetto alle vittorie contro Genoa e Verona, frenando di fronte al piglio più determinato della Samp, che riesce a creare superiorità numerica e pericoli nell'area grazie al gioco sviluppato tramite gli esterni e i suoi terzini. Mercoledì si torna a San Siro, ma il palcoscenico è quello della Champions. Per superare la prova Real servirà un'Inter con le giuste contromisure e, soprattutto, ad altri livelli.
La Samp mostra subito un atteggiamento agguerrito e prova a mettere in difficoltà l'Inter sin dall'inizio con il gioco sulle fasce. Da una parte Bereszinski e Candreva, dall'altra Augello e Damsgaard costringono al lavoro extra Dimarco e Darmian: l'ex United è costretto ad abbassarsi sulla linea di difesa, concedendo però al 4' il cross allo stesso Augello, sprecato dal colpo di testa impreciso di Thorsby. L'Inter guadagna terreno soprattutto grazie a Lautaro che si abbassa facendo a sportellate con gli avversari e apre la manovra per le avanzate degli esterni. Proprio da una giocata spalle alla porta del Toro nasce la punizione dal limite scagliata sotto l'incrocio da Dimarco, a 106 km/h per chi se la fosse persa. Sul fronte opposto Skriniar, che prima del vantaggio si era visto anche in area blucerchiata in una delle sue sempre più frequenti sortite, tiene a bada Caputo su uno dei numerosi cross di Candreva.
Alla mezzora Brozovic inventa di prima per Lautaro saltando così lo schermo di maglie blucerchiate, il Diez scatta nella profondità contro Yoshida e si crea lo spazio per tirare con il destro, trovando però la risposta in tuffo di Audero. Il difensore giapponese della Samp mette la firma tre minuti dopo sul gol del pari, complice la deviazione involontaria di Dzeko, e non è un caso che il corner da cui deriva il flipper che favorisce il numero 22 doriano nasca dall'ennesimo cross di Candreva ribattutto oltre la linea di fondo. Gli inserimenti dei centrocampisti di D'Aversa costringono le mezzali nerazzurre a tenere alta la concentrazione rimanendo basse, mentre i due attaccanti privi di assistenza vengono innescati dai lanci in verticale, come quello di Calhanoglu che costringe Colley al retropassaggio impreciso verso Audero, da cui il corner su cui svetta Skriniar che manda il pallone di poco alto. Servono una scossa, un'invenzione (come la prima di Brozovic) o un lampo di energia, quello innescato al 43' dal turco, che sradica il pallone a Damsgaard, in coppia con Barella che riparte prendendo in contropiede la Samp e servendo infine a Lautaro l'assist al bacio per il raddoppio nerazzurro.
La squadra di casa decide di non cambiare copione nella ripresa, così è da un pallone che passa da un terzino all'altro, da Bereszynski ad Augello, attraversando l'area dell'Inter colta in inferiorità numerica, che arriva il gol del secondo pareggio, con Darmian rimasto in marcatura stretta su Damsgaard e il numero 3 blucerchiato lasciato solissimo e libero di colpire con il mancino al volo. Inzaghi si affida ai primi cambi mandando in campo Vidal e D'Ambrosio al posto dei croati Brozovic e Perisic, il difensore va a completare il reparto arretrato con Skriniar e De Vrij mentre Dimarco sale sulla corsia sinistra a centrocampo, poi entrano Correa al posto di Lautaro, Dumfries per Dimarco e Sensi per Calhanoglu, con l'olandese che si colloca in posizione avanzata a destra e Darmian che ora si schiera sulla fascia opposta. D'Aversa si copre invece richiamando in panchina Quagliarella e infoltendo il centrocampo con Askildsen. Proprio due dei neo entrati nerazzrri, Dumfries e Correa, creano la più ghiotta occasione da gol, con l'ex PSV che si invola sul binario preferito e sterza per servire il pallone al Tucu, che dopo il controllo e le finte calcia alto.
Sull'altro fronte ancora Damsgaard si imbuca in area dopo un rimpallo e sfiora addirittura il tris, ma c'è D'Ambrosio a salvare l'Inter sulla linea. Pochi minuti dopo il danese viene sostituito Verre, mentre Murru rileva Augello, nel frattempo in campo Sensi ha subito una botta e afflitto dal dolore prima cede il posto a centrocampo a Correa mentre lui sale in attacco dove è richiesta minore copertura, poi è costretto ad alzare bandiera bianca ed esce dal terreno di gioco. D'Aversa vuole approfittare dell'uomo in più e sceglie di tornare allo schieramento con due punte inserendo Torregrossa al posto di Silva, il match però si scalda nel finale solo a causa delle frizioni in campo, con Orsato che decreta la fine al termine dei 6 (diventati 7) minuti di recupero al Ferraris. I nerazzurri stavolta mettono in mostra meno focus e idee rispetto alle vittorie contro Genoa e Verona, frenando di fronte al piglio più determinato della Samp, che riesce a creare superiorità numerica e pericoli nell'area grazie al gioco sviluppato tramite gli esterni e i suoi terzini. Mercoledì si torna a San Siro, ma il palcoscenico è quello della Champions. Per superare la prova Real servirà un'Inter con le giuste contromisure e, soprattutto, ad altri livelli.
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