Dalla sfida scudetto a distanza al confronto diretto sul campo. Dopo il derby di campionato dello scorso 5 febbraio, Milan e Inter si ritrovano di fronte a San Siro per l'andata delle semifinali di Coppa Italia e, come preannunciato alla vigilia, nessuna delle due pare intenzionata a fare calcoli. Inzaghi schiera l'undici dei titolarissimi nel consueto 3-5-2 nerazzurro: davanti al capitano Handanovic, torna Skriniar in difesa con De Vrij e Bastoni. A centrocampo confermata la linea dei cinque con Dumfries e Perisic sulle rispettive corsie, Barella, Brozovic e Calhanoglu in cabina di regia. In attacco spazio al tandem Dzeko-Lautaro con Sanchez e Correa (al rientro dall'infortunio) che partono dalla panchina. Dall'altra parte solito 4-2-3-1 per Pioli, che sceglie Florenzi e non Calabria a destra in difesa, con Tomori e Romagnoli centrali, Theo Hernandez a sinistra. A centrocampo, fuori lo squalificato Tonali, Kessie e Bennacer formano la mediana. Davanti Saelemaekers, Krunic e Leao agiscono a supporto dell'unica punta Giroud.

Avvio sul filone delle ultime partite di campionato: l'Inter soffre e concede palle gol nei minuti iniziali subendo il pressing alto degli avversari. Krunic ha il compito di non lasciar fiatare Brozovic, così al 10' sul passaggio errato del croato, a sua volta cercato dal corridoio maldestro di Handanovic che non si avvede della marcatura a uomo sul regista nerazzurro, Saelemaekers ne approfitta e ha la prima chance per colpire, ma il suo sinistro di prima trova il pronto riscatto in tuffo del portiere. Al 26' primo cambio forzato per Pioli: Romagnoli dà forfait, al suo posto entra Kalulu. Il giropalla avvolgente del Milan finisce per chiudere l'Inter nella propria metà campo. In questo frangente Dzeko e Lautaro rimangono isolati in attacco e non riescono con il gioco di sponda a far salire la squadra, sull'altro fronte Barella, Brozovic e Calhanoglu si ritrovano in apnea contro la rapidità dei trequartisti rossoneri. Superata la mezzora, il 77 nerazzurro, sempre ultimo uomo in mediana, finisce sul taccuino dell'arbitro Mariani venendo ammonito per la trattenuta da dietro ai danni di Leao. A centrocampo anche la pressione immediata di Kessie e Bennacer, in particolare su Barella e Calhanoglu, fa riguadagnare il possesso al Milan che si mantiene alto, in corsia Florenzi aggredisce subito Perisic quando l'esterno si abbassa per ricevere palla (il croato in fase difensiva deve anche tenere d'occhio Saelemaekers), mentre sul lato opposto Dumfries cerca più la profondità, allontanandosi però dai radar dei compagni.

I duelli individuali impostati da Pioli sul pressing e l'anticipo stoppano sul nascere i tentativi di manovra da parte dell'Inter, mentre in avanti le combinazioni rapide tra Giroud e i tre alle sue spalle mandano in affanno la retroguardia nerazzurra anche in avvio di ripresa: Handanovic para ancora in tuffo sul destro a giro di Leao, in area Krunic è murato dalla difesa dopo la sponda del 9 francese. Al 65' Inzaghi si affida ai due cileni Vidal e Sanchez richiamando in panchina Barella e Lautaro, Pioli risponde rivoluzionando la sua trequarti con il triplo ingresso di MessiasBrahim Diaz e Rebic, fuori Saelemaekers, Krunic e Leao. Se da un lato Perisic ora deve stare attento a Messias, dall'altro Dumfries è spesso dispensato dalla fase difensiva e staziona sulla linea di Dzeko, limitando allo stesso tempo le offensive di Theo Hernandez, mentre Sanchez fa da anello di congiunzione con il centrocampo. Mancano comunque precisione e lucidità per concludere le azioni in attacco: all'80' Inzaghi si gioca la carta Correa che subentra al bosniaco, autore di una prova generosa, tre minuti dopo Pioli manda in campo forze fresche sulla destra con l'inserimento di Calabria per Florenzi. All'88' doppio cambio anche nelle corsie dell'Inter: escono Dumfries e Perisic, dentro Darmian e Gosens. La partita è ormai incanalata verso lo 0-0 nonostante gli ultimi sforzi del Milan. Dopo i 4' di recupero concessi dall'arbitro Mariani il match si chiude con un possesso palla praticamente in parità (51% a favore dei nerazzurri) ma con i rossoneri che hanno avuto le chance più ghiotte per portarsi avanti (13 a 7 i tiri per la squadra di Pioli). Le difese e la prudenza hanno la meglio sulla voglia di rischiare: tutto si deciderà nel ritorno del 20 aprile, quando l'Inter, a secco da ben quattro partite e in piena crisi realizzativa, giocando in casa avrà bisogno di vincere con il vantaggio di almeno un gol.

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Sezione: Angolo tattico / Data: Mer 02 marzo 2022 alle 11:02
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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