La complicata trasferta tedesca per reagire alla sconfitta di Cagliari, ma soprattutto per provare a fare un passo importante nel percorso europeo. Questo l’obiettivo della squadra guidata da Spalletti, alle prese con diversi problemi di formazione. Quasi obbligati gli 11 di partenza, con D’Ambrosio preferito a Cedric. Borja Valero prende il posto dell’infortunato Nainggolan; Politano e Perisic ai lati di Lautaro Martinez. 3-5-2 il modulo dei padroni di casa: Gelson Fernandes in cabina di regia, Rode-Gacinovic ai suoi lati. Jovic e Haller in avanti.
PRIMO TEMPO - Due moduli molto diversi, accompagnati da una disposizione in campo che regala però tantissimi duelli. I ‘quinti’ tedeschi escono sui terzini nerazzurri, mentre Hinteregger e N’Dicka accettano il confronto con Perisic e Politano. Anche in mezzo al campo è evidente la parità numerica, con le due mediane tanto mobili quanto attente. Ma sulla consueta costruzione dal basso nerazzurra, caratterizzata dall’abbassamento di Brozovic alle spalle della coppia d’attacco Haller-Jovic (e dall’allargamento di Vecino e Borja Valero ai suoi lati), i padroni di casa aspettano. Èd è l’Inter a fare la partita. Gli ospiti, tuttavia, alternano un buon giro palla nello stretto, utile a creare spazi per gli 1vs1 sugli esterni, a giocate imprecise negli ultimi metri. Al quale si unisce il rigore conquistato da Lautaro e fallito da Brozo. In fase di non possesso, Borja e Politano affiancano il numero 10 argentino in pressing sui tre centrali avversari, costringendo spesso Trapp al rinvio lungo. Sullo sviluppo della manovra tedesca, invece, il numero 20 spagnolo si abbassa su Gelson Fernandes, con Brozovic e Vecino rispettivamente interessati ai movimenti di Rode e Gacinovic. È la costante proiezione offensiva di Kostic, arricchita dal suo mancino, l’arma dell’Eintracht nella prima fase del match. Con il passare dei minuti, però, la squadra guidata da Hütter aumenta la pressione, alternando i tre di centrocampo nell’aggressione iniziale a Brozo. E, una volta riconquistata palla, portando molti uomini nella trequarti difensiva nerazzurra, con Gacinovic a muoversi tra linee, più vicino ai mobili Haller e Jovic. Skriniar e De Vrij evitano particolari sofferenze, provando poi a far ripartire l’azione. Borja si affianca (sul centro-sinistra) al regista croato in fase di costruzione, mentre Vecino si alza (sul centro-destra) nel tentativo di ricevere palla alle spalle della linea mediana e dar sostegno agli attaccanti. La difesa dell’Eintracht, guidata da Hasebe, accorcia o copre la profondità con i tempi giusti e il trio offensivo ospite fatica a rendersi pericoloso. Non sfruttando il 3 contro 3 di partenza. Politano e Perisic, poco accompagnati da D’Ambrosio e Asamoah, subiscono il raddoppio - in un secondo momento - di Kostic e Da Costa. Lautaro si perde nella densità presente per vie centrali. E le squadre arrivano all’intervallo sul punteggio di 0-0.
SECONDO TEMPO - L’atteggiamento dei padroni di casa al rientro dagli spogliatoi prelude a una seconda parte di gara di sofferenza per gli uomini di Spalletti. Gacinovic completa il suo processo di trasformazione all’interno del match, svolgendo a tutti gli effetti il ruolo di trequartista. E, assieme al movimento ad allargare la difesa (da una parte o dall’altra) di Haller e Jovic, contribuisce a mettere sotto pressione la retroguardia ospite. D’Ambrosio e Asamoah sono chiamati a continui accentramenti in sostegno di Skriniar e De Vrij, lasciando molto spazio alle giocate sugli esterni di Kostic, in primis, e Da Costa. Politano e Perisic non rientrano, e l’Inter si trova spesso in inferiorità numerica. La 'cattiva' gestione nerazzurra del possesso contribuisce ulteriormente a premiare l’intensità dell’Eintracht, che prende sempre più campo e coraggio. A partire da Hasebe, vincitore nel duello con Lautaro Martinez e primo costruttore della manovra. Poco prima dell’ora di gioco, Candreva prende il posto di un acciaccato Perisic, nel corso della gara sempre meno incisivo nello sfruttare gli spazi e annullato da Hinteregger. Con l’uscita del croato, Politano si sposta per una decina di minuti sulla sinistra. Sono gli anticipi eleganti di De Vrij e le prese sicure di Handanovic (sui colpi di testa da cross esterni) a mantenere l’Inter in partita. Qualche strappo istantaneo di Vecino, a scavalcare un centrocampo avversario proiettato in avanti, e il costante quanto lucido sostegno ai compagni di Borja Valero rappresentano invece le uniche armi offensive messe in mostra dagli 11 in maglia bianca, accompagnate da troppi errori tecnici individuali e poco movimento senza palla. L’ingresso di Willems per Rode anticipa di qualche minuto quelli di Paciencia (sempre sponda Eintracht, al posto di Haller) e Cedric (fuori Borja Valero). Gli ospiti passano alla difesa a 3, con Candreva più stretto vicino a Brozovic e Vecino in fase difensiva e più largo sulla corsia mancina nelle rare occasioni in cui la squadra di Spalletti prova a ripartire. Gli ultimi 10’ del match vedono i padroni di casa costantemente alla ricerca del gol del vantaggio, ricorrendo più volte anche alla conclusione da fuori. Lo 0-0 è il massimo risultato alla portata della Beneamata; risultato che, ormai alle corde, Spalletti e i suoi riescono comunque a conquistare. A una situazione di emergenza - in Europa League - andranno aggiunte le assenze nella gara di ritorno di Asamoah e soprattutto Lautaro. Ma prima testa alla Spal.
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Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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