Per superare l’ostacolo Rapid Vienna, e accedere agli ottavi di Europa League, a San Siro l'Inter deve preservare il vantaggio ottenuto nella gara di andata in Austria. Negli 11 di Spalletti, chance per Ranocchia dal 1’ al fianco di Skriniar, con Cedric e Asamoah ai lati. Candreva-Lautaro-Perisic il tridente offensivo. Ancora non al 100% Borja Valero, c’è Brozovic in cabina di regia. Rispetto alla gara di andata, Kühbauer, anche per l’assenza dello squalificato Berisha, cambia molto in attacco: Murg, Knasmüllner e Ivan le scelte alle spalle di Pavlovic.
PRIMO TEMPO - Gli ospiti partono molto aggressivi, andando a pressare alti sulla costruzione dal basso nerazzurra. Le ali escono immediatamente sui terzini, Knasmüllner affianca Pavlovic sul possesso di Ranocchia e Skriniar, con un occhio a Brozovic e Vecino. L’intensità dei due mediani di casa garantisce però una costante opzione ai compagni in possesso del pallone, e il velocizzarsi della manovra. E superata la prima linea, l’Inter domina gli enormi spazi presenti sul terreno del Meazza, attaccando la profondità con Perisic sull’out mancino e lavorando tra le linee con Candreva dall’altra parte. L’esterno croato scappa alle spalle di Potzmann e, già dopo una decina di minuti, trova la giocata determinante al fine di sbloccare il risultato, trasformata in gol da Vecino in proiezione offensiva. Gli ospiti si affidano al rinvio lungo in direzione Ivan, il più propositivo e, nella prima parte di match, uno dei pochi a vincere qualche duello nei confronti del diretto avversario, Cedric. La catena di destra nerazzurra è chiamata maggiormente alla prova anche nella metà campo opposta, dove il terzino portoghese, con giocate pulite e interessanti, dialoga bene con Candreva, ma dove Bolingoli regge bene il confronto, soprattutto fisicamente. Il raddoppio firmato Ranocchia, al 18’, mette la partita e la qualificazione ancor più in discesa, aprendo a un’altra fase tattica di gara. Il Rapid è in balia del risultato e dell’iniziale idea di pressing, l’Inter gestisce il ritmo di gioco a proprio piacimento, lavorando sulla superiorità tecnica (e a tratti numerica) in mezzo al campo. La disposizione mutevole del triangolo di centrocampo, una volta con Nainggolan vertice alto e l’altra con Brozovic vertice basso, manda fuori tempo le scalate degli austriaci. Quando Ljubicic si alza su Vecino e Knasmüllner si abbassa sul regista croato, Grahovac è costretto a inseguire Radja un po' ovunque. Quando i due mediani bassi aspettano i colleghi nerazzurri, c’è spazio per il belga alle loro spalle. E per Lautaro, costantemente in movimento sulla trequarti avversaria e prezioso nel lavoro di sponda e allargamento del gioco sulle ali, in particolare sulla sinistra, dove Murg si accentra e non rientra, Asamoah costruisce con lucidità e Perisic si rende la vera arma vincente di un primo tempo comandato.
SECONDO TEMPO - L’atteggiamento delle due squadre al rientro dagli spogliatoi prelude a una seconda frazione di assoluto e agevole controllo, sponda Inter, e di maggior prudenza, sponda Rapid. Gli ospiti sembrano infatti preoccupati più di uscire da San Siro con un risultato ‘accettabile’ che provare un’insperata e ormai miracolosa rimonta. E il giro palla iniziato dalla retroguardia nerazzurra raggiunge senza ostacoli la linea di metà campo. Un compatto 4-4-1-1 austriaco attende lo sviluppo della manovra dei padroni di casa, con i terzini - in particolare Potzmann - in costante apprensione per i movimenti e gli 1vs1 in primis di Perisic. L’accentramento anche in fase di non possesso di Murg (che libera Asamoah) e Ljubicic più alto su Vecino le uniche istantanee variazioni allo schema bloccato degli uomini in rosso. Tra iniziative personali, come le discese di Perisic e Candreva, collaborazioni per vie laterali, tra le stesse ali e i terzini in sovrapposizione, e verticalizzazioni per vie centrali, con i movimenti tra linee di Lautaro e Nainggolan a ispirare la regia verticale di Brozovic, la squadra di Spalletti prova a divertirsi e divertire. Cominciando a pensare ai prossimi impegni: il regista croato fa spazio a Borja Valero, il Toro a Politano. In mezzo due sostituzioni ‘conservative’ in casa Rapid, dove Schwab prende il posto di Knasmüllner e Muldur quello di Ivan (andando ad occupare il ruolo di terzino destro, con lo spostamento di Potzmann a sinistra, dietro a Bolingoli esterno alto). Nell’Inter aumenta l’imprevedibilità in fase offensiva, la voglia di andare a fare il terzo gol. Grahovac comincia a perdersi i movimenti di Nainggolan, anche perché centralmente compaiono i vari Perisic, Politano e Candreva, in continuo alternarsi nel ruolo di esterni e prima punta. Shobesberger per Bolingoli e Miranda per Skriniar le ultime scelte dei due tecnici, a ridosso degli ultimi 10’ di gara. Nei quali i nerazzurri capitalizzano la mole di gioco creata, arrotondando il punteggio prima con Perisic lanciato in contropiede e poi con Politano al termine di un triangolo disegnato da Nainggolan e portato avanti dallo stesso esterno croato, uomo copertina di questo ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League. Passati agevolmente dalla Beneamata.
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Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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