Ancora senza Icardi, l’Inter di Spalletti attende la Sampdoria, con l’obiettivo di consolidare il terzo posto in classifica. Confermato il 4-2-3-1, così come il quartetto offensivo visto contro il Rapid Vienna: Politano-Nainggolan-Perisic alle spalle di Lautaro Martinez. Chance per Gagliardini in mezzo al campo, D’Ambrosio-Dalbert i terzini. Sponda blucerchiata, Giampaolo si affida al consueto 4-3-1-2. Tonelli ritrova una maglia da titolare al centro della difesa, Defrel affianca Quagliarella in attacco, con Saponara trequartista.
PRIMO TEMPO - Il modulo della Samp, sull’iniziale giro palla nerazzurro, prevede l’uscita delle mezzali sui terzini, con Gagliardini e Brozovic osservati da Saponara. Il mediano italiano gioca con molta intensità e, nei primi minuti, velocizza il possesso con verticalizzazioni intente a liberare Politano nell’1vs1 con Murru o Lautaro in profondità alle spalle della difesa blucerchiata, molto alta nella disposizione sul terreno di gioco del Meazza. Gli ospiti, passato il positivo approccio dell’Inter, si affidano a una costruzione paziente e molto lucida della manovra. In fase di attesa, Nainggolan segue Ekdal, una delle due ali si posiziona sul terzino in zona palla, l’altra stringe sulla mezzala di riferimento, con Gagliardini e Brozovic a dividersi Saponara e l’interno di centrocampo rimanente. I padroni di casa scalano e difendono in maniera corta e compatta, costringendo spesso gli avversari a ricominciare da dietro. Ed è in questa situazione, con l’alzarsi del pressing degli 11 di Spalletti (come su costruzione dal portiere), che i liguri trovano il coraggio e la qualità per riempire gli spazi nella metà campo opposta, superando la prima linea nerazzurra. Nainggolan si affianca a Lautaro, Brozo o Gaglia aggrediscono Ekdal, e l’intera squadra accompagna in avanti, trovandosi più volte costretta a rincorrere. Il centrocampo, attaccato alle spalle, non sempre riesce a ‘distruggere’ l’azione; Saponara è libero di agire, Quagliarella e Defrel non danno punti di riferimento, e arrivano i primi palloni nei pressi della porta difesa da Handanovic. Skriniar e De Vrij, con l’aiuto di Dalbert e D’Ambrosio, mantengono alto il muro casalingo, e partecipano attivamente a una nuova costruzione, affiancati dall’abbassamento di Brozovic. L’Inter cresce sfruttando maggiormente il lavoro sugli esterni, dove aumenta la collaborazione tra terzino ed esterno offensivo, e dove Perisic sale d’intensità. Per vie centrali, Lautaro e Nainggolan - oltre a farsi apprezzare per la generosità in fase di non possesso - continuano ad attaccare lo spazio, a proporsi tra le linee e a lavorare palloni per la discesa della squadra, sempre aggrediti o attesi dagli ottimi Tonelli e Andersen (più Ekdal). E non trovando, o sfiorando, la precisione nell’ultima giocata, il primo tempo termina 0 a 0.
SECONDO TEMPO - L’idea tattica delle due squadre non cambia. Il livello di aggressività nei duelli si, regalando potenziali occasioni da una parte e dall’altra. La Samp, sfruttando la proiezione offensiva di molti degli uomini nerazzurri, e qualche egoismo negli ultimi metri, riparte in maniera decisa, verticale e occupando bene il campo in ampiezza, con De Vrij e Skriniar costretti ad aprisi sull’allargamento rispettivamente di Quagliarella e Defrel, utile a creare lo spazio per gli inserimenti di Saponara e delle mezzali. Il ritmo sale, accompagnato da diversi errori tecnici. Per aumentare la qualità in mezzo al campo e riprendere il controllo del match, Spalletti inserisce Joao Mario per Gagliardini allo scoccare dell’ora di gioco. È la crescita di Perisic e Nainggolan, unita al costante sostegno di Lautaro alla manovra, a contribuire però al vero cambio di passo dei padroni di casa. Il Toro corre e combatte per rappresentare un’opzione al quale i compagni possano appoggiarsi, l’esterno croato percorre la fascia sinistra senza sosta, mentre il belga collega con strappi decisi la fase difensiva a quella offensiva. I terzini aumentano la loro partecipazione, Brozovic dirige, ed è l’Inter a ribaltare velocemente l’azione, eludendo la pressione delle mezzali avversarie e provando a capitalizzare la conseguente superiorità numerica venuta a crearsi sugli esterni. Il lavoro di Tonelli e Andersen a coprire la profondità, e l’aggressività degli stessi nei duelli con gli avanti nerazzurri, tiene in vita i blucerchiati. Centimetri e poca lucidità non consentono a Politano di incidere maggiormente nel match. L’ex Sassuolo lascia spazio a Candreva per l’ultimo quarto di gara. Gli ospiti, che non costruiscono più dal basso, in fase d’attacco giocano su D’Ambrosio e Dalbert con Linetty e Praet, non creando problemi all’organizzata retroguardia di casa. La squadra di Spalletti, in controllo, aumenta la spinta e passa in vantaggio grazie all’azione individuale di Perisic, ‘cattivo’ e preciso nel servire l'ottimo inserimento di D’Ambrosio, altrettanto veemente nel deviare il pallone in rete. Nel giro di pochi minuti l’Inter subisce l'immediato pareggio (con il lesto neo entrato Gabbiadini a calciare in rete un pallone vagante in area) e, in seguito allo sviluppo di un calcio d’angolo, trova la rete del definitivo 2-1 con la conclusione glaciale di Nainggolan dal limite dell'area. Gli ultimi cambi di Giampaolo (Vieira per Ekdal e Sala per Bereszynski) e gli ultimi minuti di gioco non cambiano la storia del match. Vecino concede la standing ovation all’ex Roma, la Beneamata ottiene la terza vittoria consecutiva, la seconda in campionato. Con una fase offensiva pronta a crescere, tra vecchie e nuove armi, tra attese e ritorni.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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