Dopo la pausa delle nazionali, riprende il campionato italiano, con il cammino dell'Inter che riparte da San Siro, contro il Parma. Il ritorno in Champions alle porte e qualche giocatore non al meglio influiscono sulle scelte di mister Spalletti: nel 4-2-3-1 del tecnico di Certaldo, Dalbert prende il posto di Asamoah, mentre Keita viene confermato al centro dell'attacco. In mezzo al campo la coppia Gagliardini-Brozovic, Candreva preferito a Politano. 4-3-3 per gli ospiti guidati da D'Aversa, con il tridente formato da Di Gaudio-Inglese-Gervinho.
PRIMO TEMPO - I padroni di casa prendono subito il controllo del match, gestendo bene il pallone e provando a far male alla porta difesa da Sepe. Di contro, i gialloblù rispondono con ottime azioni in contropiede, favorite dagli strappi di Gervinho. L'esterno ivoriano parte a destra, con Di Gaudio a sinistra e Inglese punto di riferimento avanzato. Ma in fase di attesa, gli ospiti formano un 4-4-2, con l'ex Roma seconda punta e uno dei tre centrocampisti, Rigoni, inizialmente largo a destra per limitare l'out mancino nerazzurro formato da Dalbert e Perisic e, una volta superata la prima linea, subito pronto a creare densità in mezzo al campo a sostegno di Stulac (attento su Nainggolan) e Barillà (attento su Gagliardini). L'aggressività messa in atto dal Parma nella propria metà campo ostruisce la possibilità di un gioco "pulito" da parte degli uomini di Spalletti. Attivi e propositivi Perisic e Candreva, con il croato pericoloso nelle poche situazioni di campo aperto e l'italiano, oltre a qualche cross insidioso, bravo nello svariare nella trequarti avversaria, lasciando spazio a destra - soprattutto nelle prime battute - per l'allargamento di Keita Baldé. Con il pallone sui piedi del regista Brozovic, Nainggolan e Gagliardini si alzano ai lati del compagno, andando a formare un triangolo di centrocampo molto proiettato in avanti, nel tentativo di oltrepassare la mediana avversaria. Le imbucate del numero 77, in particolare per il belga, aprono ai maggiori pericoli creati dall'Inter. Situazioni, però, instantanee, con da una parte il trequartista di casa spesso costretto ad abbassarsi per ricevere il pallone e dall'altra una fase difensiva, quella ospite, compatta e attenta in "quasi" tutti i centimetri del prato di San Siro. Così, si arriva all'intervallo sul punteggio di 0 a 0.
SECONDO TEMPO - Al rientro dagli spogliatoi, un'attesa novità: Icardi al posto di Keita. Mentre nel Parma, Dimarco (ai ducali in prestito dalla Beneamata) sostituisce l'acciaccato Gobbi. La ripresa continua sulla scia della prima frazione di gioco: possesso palla nerazzurro - con il passare dei minuti sempre meno "lucido" - e contropiede gialloblù, con il continuo svariare del tridente offensivo. A marcare la differenza, almeno nell'ampliarsi del predominio a favore dei padroni di casa, è la crescita di Perisic, sempre più pericoloso sulla fascia sinistra (cresce anche la spinta di Dalbert). L'aumento dei giri del motore degli uomini di Spalletti, costringe il Parma ad abbassarsi minuto dopo minuto, e i propri difensori a interventi tanto "disperati" quanto efficaci a pochi metri da Sepe, andando a formare una vera e propria saracinesca. Nell'Inter entra Politano per Candreva, mentre D'Aversa si copre con Deiola al posto di Di Gaudio. L'ex Sassuolo non riesce a incidere con il suo mancino sulla corsia di destra, Icardi fatica a trovare palloni giocabili, i ducali passano a un effettivo 4-4-2 (molto stretto, con Deiola a sinistra e Rigoni a destra) e nell'ultimo quarto di gara si interrompe il forcing casalingo. Il mix di fisicità, tenacia e tecnica messo in campo da Inglese, bravo a fare a sportellate con l'ottima retroguardia nerazzurra, garantisce al Parma secondi di importante respiro. La "beffa" dell'eurogol firmato Dimarco (79'), poi, mette fine alle forze, fisiche e nervose, dei nerazzurri, da pochi minuti in campo con il 3-5-2: Dalbert nei tre centrali di difesa, Asamoah (subentrato a D'Ambrosio) a sinistra e Politano a tutta fascia dalle parte opposta. Una prestazione della retroguardia ospite sugli scudi (Gagliolo su tutti), una grande difficoltà - a tratti - nel creare un gioco fluido e un'inattesa poca incisività sotto porta, costringono l'Inter alla seconda sconfitta stagionale, e a 4 punti in altrettante gare di campionato. Una stagione in salita, ma ancora tutta da scrivere... con una condizione fisica ancora da trovare, giocatori ancora da "scoprire" e una Champions da iniziare. Con la consapevolezza di dover svoltare.
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Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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