Non c’è tempo per leccarsi le ferite. Dopo la sconfitta di Wolfsburg, che mette l’Inter con un piede e mezzo fuori dall’Europa League, i nerazzurri sono chiamati al pronto riscatto contro il Cesena per accorciare sul terzo posto e sulla zona valida per l’ingresso in Europa.
Tante le sorprese nel 4-3-1-2 schierato da Roberto Mancini: Handanovic riprende il proprio posto tra i pali dopo l’esclusione in coppa. Davanti a lui agiscono D’Ambrosio, Ranocchia, Andreolli e Dodò. In mezzo al campo confermati Guarin e Medel con la sorpresa Kuzmanovic, e non Brozovic, come preventivato in un primo momento data l’esclusione dalla lista Uefa del croato. Bocciato Kovacic, in attacco c’è ancora Shaqiri ad ispirare Icardi e Palacio.
Il tecnico del Cesena, Mimmo Di Carlo, schiera a sua volta un 4-3-1-2 con Leali tra i pali. Linea a quattro composta da Perico, Capelli, Krajnc e Magnusson. Mudingayi davanti la difesa con Giorgi e De Feudis ai suoi fianchi. In attacco Carbonero dietro Defrel e Djuric.
Dopo le prime fasi di gara abbastanza confuse, l’Inter prende campo e si dispone con tutti i suoi uomini nella propria trequarti offensiva. A turno Shaqiri e Palacio si allargano per aprire il gioco, supportati da D’Ambrosio e Dodò. Icardi ha il compito di allentare la morsa della difesa romagnola uscendo fuori dalla zona calda ed andando incontro ai portatori di palla. Il Cesena risponde mostrando grande quadratura con Mudingayi, motivatissimo, che ‘comanda’ molto bene i movimenti dei compagni di reparto, facilitati dall’ottimo lavoro in copertura dei tre uomini offensivi. Dalle fasce, in particolare quella destra, arrivano i pericoli maggiori per la retroguardia del Cesena. Le sovrapposizioni di D’Ambrosio creano superiorità numerica, ma il terzino è spesso impreciso nell’ultimo passaggio. Al 24’ arriva la prima tegola per l’Inter: Shaqiri esce per un risentimento muscolare, Kovacic al suo posto: cambia poco a livello tattico. Il momento ‘no’ dei nerazzurri sembra non finire mai ed alla mezz’ora il Cesena trova il vantaggio: lancio nello spazio di Carbonero per Defrel che penetra tra D’Ambrosio e Ranocchia e batte Handanovic con un pregevole pallonetto. Male, malissimo, nella circostanza il laterale ex Toro che sbaglia la diagonale e si lascia infilare dall’attaccante francese. L’Inter sembra accusare il colpo e le azioni dei nerazzurri risultano sterili. Con il passare dei minuti il gioco dei nerazzurri lascia il posto al nervosismo e per il Cesena è facile amministrare ed agire di rimessa.
Il secondo tempo si apre con un altro cambio: bocciatura per Kuzmanovic, dentro Podolski e passaggio al 4-2-3-1. Medel e Guarin si abbassano in mediana, Podolski si sistema sulla destra, con Kovacic trequartista e Palacio sull'out sinistro, Icardi rimane l’unica punta. Mancini ha capito che è proprio sugli esterni che si può far male a questo Cesena e, infatti, dopo appena 2’ arriva il pareggio: Icardi si allarga e raccoglie un lancio di Podolski. L’argentino alza lo sguardo e vede l’inserimento di Palacio: El Trenza, da due passi, non può sbagliare, è 1-1. L’ingresso di Podolski ha scosso positivamente la squadra ed è proprio il tedesco, galvanizzato forse dalla presenza in tribuna del ct della Nazionale, Sebastian Loew, a creare le occasioni più ghiotte per i milanesi: sempre largo a destra, l'ex Arsenal si accentra e prova più volte il suo sinistro, che si infrange contro il palo ed i guantoni di Leali. Al 60’ Mancini effettua il terzo ed ultimo cambio: fuori Dodò, per un problema al ginocchio, e difesa tutta italiana con Santon al suo posto. Lo stesso Di Carlo prova a correre ai ripari e così trasforma il suo 4-3-1-2 in un 4-3-3 con Defrel e Carbonero molto larghi per limitare le discese di D’Ambrosio e dell’ex Newcastle. Le occasioni fioccano ma né Icardi, né Podolski, né Palacio riescono a mettere lo zampino sui numerosi cross che arrivano dalle fasce. Di Carlo prova ad interrompere il forcing dei nerazzurri con la solita girandola di cambi: al 73’ entra Pulzetti per De Feudis e poco dopo inserisce Cascione e Rodriguez per Mudingayi e Djuric. Con il passare dei minuti le squadre si allungano e gli schemi saltano: l’Inter si affida sempre alla vena di Poldi, alla migliore gara da quando è in nerazzurro senza però riuscire a trovare l'appuntamento con il gol. Al termine dei 3’ di recupero, Gervasoni fischia la fine.
L’Inter ha poco da recriminare per questa gara. Il Cesena, arrivato al Meazza con il dente avvelenato, svolge una gara ordinata andando a segno alla prima vera occasione costruita. L’Inter è sterile, produce gioco ma è quasi mai incisiva. Molto meglio nel secondo tempo con l’ingresso dell'attaccante di Colonia ed il cambio di modulo. Non un buon segnale se si pensa che il tedesco non è inserito in lista Uefa, che Shaqiri è quasi sicuramente fuori causa per un risentimento muscolare e che in difesa l'unica costante sono le disattenzioni. Giovedì servirà la gara della vita, unita ad una diversa cattiveria sotto porta e ad una bella dose di fortuna per rendere amara la serata dei tedeschi.
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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