Tornano le coppe. Per quanto riguarda la Champions League, Milan in campo fra qualche giorno con il Tottenham, mentre Inter-Porto e Francoforte-Napoli sono in programma la settimana successiva. "L’arte dell’eliminazione diretta è il brivido che nessuna lega, nemmeno quelle super, riuscirà mai a ricreare - scrive Paolo Condò su Repubblica - . Gli spagnoli la chiamano mata-mata, uccidi-uccidi, perché man mano che ci si avvicina alla fine i contendenti abbandonano le loro strategie per colpire in ogni modo, anche a casaccio, alla disperata, mentre l’orologio sgocciola il tempo residuo.  Dall’ultima vittoria italiana in Champions, quella dell’Inter 2010, si sono giocate 25 coppe (12 Champions, 12 Europa League, 1 Conference): la Spagna ne ha vinte 14, l’Inghilterra 6, la Germania 3, Portogallo e Italia una (la Conference della Roma). Se stabiliamo che è il traguardo della semifinale a descrivere una squadra in salute, dei cento posti disponibili la Spagna ne ha occupati 33, l’Inghilterra 22, la Germania 13, l’Italia soltanto 9: nelle 25 coppe precedenti (periodo 1998-2010) erano stati 19, più del doppio, con la bellezza di 6 coppe portate a casa. Altre prove del nostro declino non servono, vostro onore".

Quest’anno andrà diversamente? "In un panorama dove nessuno è blindato (il Chelsea ha speso ma va assemblato, il Psg ha perso per ora Mbappé, al Bayern manca la punta, il City è meno fluido del solito), anche l’Inter ha una fiche da spendere, col Porto subito e forse pure più avanti, perché Inzaghi possiede l’arte, l’ha dimostrato più volte, il suo problema è semmai il tran-tran quotidiano", spiega Condò.

Sezione: Rassegna / Data: Ven 10 febbraio 2023 alle 10:34 / Fonte: Repubblica
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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