"Non c’è stata partita". Nel suo punto per La Repubblica, dopo essere entrato nelle pieghe della crisi identitaria del Milan, Paolo Condò si concentra sulla squadra che ha vinto il derby ben oltre quello che ha detto il risultato finale: "La vittoria dell’Inter non supera numericamente il semplice 1-0 per una serie di episodi, dalle buone parate del portiere sotto accusa al fuorigioco molecolare che ha impedito a Lautaro la meritata doppietta - scrive il giornalista -. Quando si parla della crisi di Milano si pratica un’ingiustizia, perché pur volando molto più basso del Napoli, Inzaghi sta riempiendo la sua stagione: la Supercoppa, lo scalpo del Barça in Champions, la semifinale di Coppa Italia con la Juve, il secondo posto consolidato in campionato. In più il convincente spezzone di Lukaku annuncia un’interessante primavera europea. No, una metà di Milano non è affatto in crisi. Se il derby e le altre partite del primo turno di febbraio (!) valgono ormai per i traguardi “amministrativi” — quelli che non assegnano trofei ma soltanto posti nelle coppe, e dunque gli indispensabili denari — la responsabilità è della squadra più dominante del calcio italiano moderno (quello dei tre punti a vittoria): il Napoli di Spalletti. La Juve dei 102 punti finali, guidata nel 2014 da Conte, alla 21ª giornata aveva gli stessi numeri dell’attuale capolista (56 punti, 51 gol segnati, 15 subiti) ma solo 6 lunghezze di vantaggio. Un’altra Juve speciale, quella del primo anno di Ronaldo (2019, tecnico Allegri), di punti ne aveva ben 59, ma con 11 di margine sulla seconda. La stessa Inter 2010 di Mourinho, il cui Triplete non verrà replicato nemmeno quest’anno, alla 21ª aveva 49 punti, 6 in più della rivale meno lontana. I 13 punti sul 2° posto costituiscono quindi un distacco quasi metafisico, un ciclista che poco oltre metà Giro viaggia mezz’ora avanti gli altri, o un pilota di Formula 1 che al cambio gomme si ritrova con tre giri di vantaggio. Sono plus vertiginosi e per certi versi rischiosi, perché l’assenza di un pericolo palpabile è il più potente dei fattori distraenti: e dunque è stato bravo il Napoli ad attendere con pazienza che la chiusura". 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 06 febbraio 2023 alle 10:04
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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