Uno Zdenek Zeman particolarmente ispirato quello che si esprime ai microfoni di Libero. Il tecnico boemo torna in particolare sulle storiche bordate riservate in particolare alla Juventus per le famose questioni doping e Calciopoli, senza fare passi indietro: "Se mi sono pentito di aver fatto certe dichiarazioni? Se oggi ci fossero gli stessi problemi di allora, ripeterei per filo e per segno quello che dissi all’epoca. Ricordo che nel 1999, al mio secondo anno alla Roma, arrivammo quinti con 21 punti sottratti per strani errori arbitrali. Ora sono fuori dal calcio, come le dicevo, e spero che vicende simili, o come quella capitata a José Palomino, rimangano fatti isolati. Ma dicono che le cose siano cambiate. Non è così?".

Zeman ne ha anche per l'attuale allenatore della Roma: "José Mourinho è un personaggio che attira l'attenzione e piace tanto a voi giornalisti. Però il campo è un’altra cosa. L'allenatore perfetto? È quello che insegna calcio, non quello che mette undici giocatori in campo per fare fortuna. Migliorare un giocatore che viene contestato da tutti rappresenta una vittoria importante. A me capitò con Damiano Tommasi, con Eusebio Di Francesco". Infine, elegge il suo potenziale erede individuandolo in Vincenzo Italiano: "Ha fatto bene a la Spezia e benissimo a Firenze. Ha gusto estetico e preparazione tattica. In Italia, invece, noto che c’è la tendenza di ricreare un campionato vario con sette sorelle, come una volta: Juve, Inter, Milan, Roma, Lazio, Napoli e Fiorentina. Tra esse mi convince di più il Milan. Ha vinto giocando meglio di tutte anche se Ibra è stato in campo poco o niente. Se ha avuto meriti, li ha evidenziati nello spogliatoio".

Sezione: News / Data: Lun 01 agosto 2022 alle 16:18
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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