Un’autentica spy story, che ha subito un’impennata inaspettata alla vigilia di Natale quando tutti gli organi di informazione tra Italia e Spagna hanno reso nota la notizia dell’accordo tra Milan e Atletico Madrid per lo scambio di prestiti di Fernando Torres e Alessio Cerci. Un’operazione della durata di 18 mesi che farebbe la gioia di entrambi i club, per motivi differenti. Al Milan, ovviamente, serve un giocatore come l’ex Torino, già cercato in estate e necessario per il 4-3-3 di Inzaghi, soprattutto considerata la partenza di Honda per la Coppa d’Asia a gennaio. Ai Colchoneros, perché così si libererebbero di un giocatore non così ben voluto e scontento, riportando a casa il figliuol prodigo per la gioia dei tifosi più romantici, ottenendo così consensi dalla piazza. Inoltre, al presidente Cerezo questo scambio conviene anche finanziariamente, per due semplici ragioni: riavrebbe Torres a uno stipendio di 2,5 milioni di euro a stagione (un affare, considerate le abitudini del giocatore) e continuerebbe a mantenere il controllo su Cerci qualora arrivassero proposte finanziariamente importanti per lui. Insomma, la tavola è apparecchiata e non resta che banchettare, con l’Inter, principale candidata all’esterno di Valmontone, ormai tagliata fuori. O forse no.
SPALLE AL MURO - Già, perché come vi abbiamo fatto sapere anche il 24 sera, non c’è ancora accordo tra il giocatore e il Milan. I rossoneri hanno ottenuto il permesso di farlo allenare a Dubai con il resto della rosa, ma il suo ok tarda ad arrivare. Il motivo è semplice: da settimane Cerci si è promesso all’Inter e ha scelto la squadra nerazzurra per il suo ritorno in Italia. Il Milan non era minimamente nei suoi pensieri e l’operazione tra i due club lo ha spiazzato, anche ora che la dirigenza dei Colchoneros lo ha messo con le spalle al muro: o Milan, o panchina all’Atletico Madrid. Prospettiva che al 27enne laziale non è così gradita e che in teoria dovrebbe portarlo ad accettare la destinazione rossonera pur di andarsene da un ambiente in cui non si è mai trovato a proprio agio. L’epilogo più scontato è proprio questo, alla fine Cerci dirà sì al Milan perché vuole tornare in Italia, rinunciando al desiderio di vestire il nerazzurro.
FILO DIRETTO NERAZZURRO - Eppure il filo diretto con l’Inter è ancora attivo. Il giocatore continua infatti a mandare segnali alla dirigenza nerazzurra, sostiene di non aver cambiato idea e che la sua scelta per il ritorno in Italia è l’Inter. Però il Milan è troppo avanti con l’Atletico Madrid e un contropiede nerazzurro sembra complicato, per quanto possa farsi fregio della volontà del diretto interessato. Cosa potrebbe cambiare, dunque, un esito già scritto? Probabilmente, un passo avanti di Piero Ausilio. L’Inter nella trattativa Cerci ha posto le sue condizioni: prestito senza obbligo di riscatto, al massimo un diritto. Proposta che a Madrid non ha scaldato per nulla i cuori dei manager spagnoli, che vogliono avere la certezza di rientrare dell’investimento di 15 milioni effettuato in estate. Garanzie che i nerazzurri non possono dare. Per tornare realmente in corsa in questo derby di mercato, più combattuto di quello sul campo del mese scorso, i nerazzurri dovrebbero aumentare la propria offerta, quanto meno proponendo un obbligo di riscatto. Ma resta uno scenario improbabile, soprattutto perché le cifre in ballo, anche in un futuro prossimo, sarebbero elevate per le casse nerazzurre (la presenza del fondo qatariota nel discorso non semplifica la situazione).
CONTROPIEDE DIFFICILE - Intanto Ausilio, con il rischio concreto di aver perso Cerci, ha accelerato sul fronte Lukas Podolski e paradossalmente dovrebbe essere più facile convincere Wenger a cedere il tedesco in prestito che riportare in Italia un giocatore scontento e non più così ben voluto a Madrid. L’ipotesi che possano vestire entrambi, a gennaio, la maglia nerazzurra è remota, servirebbe un colpo di coda clamoroso ma anche due stipendi del genere sconsigliano Thohir ad approfondire, in assenza di una cessione importante, il doppio discorso. Ad oggi, Cerci è più vicino al Milan che all’Inter, ma dare per chiuso l’affare sarebbe una forzatura. Sarà il giocatore stesso a decidere il proprio destino e ogni momento potrebbe essere buono per fare una scelta. In questo momento, comunque, la sua preferenza resta per l’Inter e per Mancini, con il quale vorrebbe lavorare, anche se potrebbe non bastare.
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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