Con l'avvicinarsi di Inter-Borussia Moenchengladbach è facile ricordare quanto accaduto nella sfida alle due squadre nel 1971, quando gli ottavi di finale dell'allora Coppa Campioni richiesero la disputa di tre partite, anziché due. La prima, quella di andata, fu infatti rigiocata per la famosa lattina lanciata dagli spalti addosso a Boninsegna e proprio nella ripetizione l'eroe per i colori nerazzurri fu Ivano Bordon: un rigore parato e tanti interventi per mantenere intatto lo 0-0, dopo il 4-2 della partita di San Siro

Intervistato da Mi-Tomorrow, Bordon ricorda "i soliti 80mila di San Siro che ci trascinarono al ritorno, il gol di Bellugi da fuori area. Ci misero in difficoltà anche a Milano, perché erano una grandissima squadra, però quel 4-2 ci diede un certo margine. Nella ripetizione a Berlino ci fu battaglia, il rigore parato ci diede la spinta per pareggiare. Credo di essere stato determinante, è stato un capitolo della mia carriera molto importante".

L'Inter deve però superare le difficoltà, a livello mentale e tecnico, dovute alla stracittadina appena persa. "Ha avuto delle occasioni che avrebbe potuto sfruttare meglio - dice Bordon commentando la sfida con il Milan -. La squadra crea, però bisogna cercare di sfruttare molto meglio le situazioni. I tre dietro sono un credo di Conte, gli hanno sempre dato dei risultati. Nel derby mancavano alcuni giocatori. D'Ambrosio e Kolarov non sono difensori puri e l'Inter è andata in difficoltà".

Ciò nonostante, Bordon vede un futuro roseo per l'Inter. "Penso che, dall'arrivo di Conte, abbia preso consapevolezza della propria forza. Ha mentalità, è positiva. Ci vuole anche quel pizzico di fortuna, bisogna portare gli episodi dalla propria parte. Se supera questi momenti può essere protagonista in campionato e anche in Coppa, anche se la Juve credo sia ancora la squadra da battere in Serie A".

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Sezione: News / Data: Mar 20 ottobre 2020 alle 11:38
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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