Si sale e si scende. Benvenuti signori, è l'altalena di Goran. Non si tratta di un banalissimo spot, bensì delle recenti prestazioni del jolly offensivo macedone a disposizione di Leonardo. Pandev viene da un periodo quasi drammatico per rendimento, identificabile con quello dell'era Benitez eccezion fatta per un Mondiale per Club giocato ad alti livelli: tanti problemini fisici, abitudine al ruolo di esterno nel 4-2-3-1 di Mourinho e lieve smarrimento di quel fiuto per il gol che dalle parti di Roma ancora ricordano benissimo. Insomma, il buon Goran si è ritrovato quest'anno a doversi caricare talvolta l'Inter sulle spalle senza essere abbastanza allenato per farlo, eppure, mai una scaramuccia o una lamentela, sempre tanto lavoro e voglia di sacrificarsi per la causa nerazzurra. La storia è recente, per delinearla a grandi linee basta poco: si è passati dall'ottimo semestre con Mourinho, dopo l'arrivo a gennaio dalla Lazio a parametro zero, al periodo catastrofico dei fischi e delle critiche sotto la gestione Benitez, ed ora con Leonardo c'è l'altalena. Bene a Catania dove ha cambiato l'inerzia della gara, poi un lieve calo, rinascita a Genova contro la Samp dove il suo ingresso è risultato ancora decisivo, devastante contro il Genoa la scorsa settimana e tornato in lieve discesa ieri sera, a Brescia, con le critiche tornate puntuali ed eccessive a colpirlo.
La prestazione di Pandev è stata ancora una volta molto generosa: tanto movimento, pochi riferimenti agli avversari, ma almeno tre grandi opportunità sprecate a pochi passi da Arcari che pesano come un macigno. Attaccare il macedone solo per questo però risulta eccessivo, e l'ossessione nei suoi confronti andrebbe placata: come sottolinea Leonardo, il ragazzo ha fatto comunque molto bene, servendo anche un gran pallone a Pazzini chiuso fortunosamente dalla difesa del Brescia e trovandosi troppo spesso un Arcari mostruoso davanti, oppure finendo per essere falciato come nel caso del (presunto) rigore nel primo tempo. Insomma, una prestazione che non può essere oggetto di così tante critiche quante se ne leggono: certo, le imprecisioni vanno corrette e le partite vanno chiuse, ma la generosità di Pandev viene troppo spesso accantonata. Leonardo ama evidenziare la sua cultura del lavoro e la sua determinazione, uno che non fa rumore quando qualcosa non va, ma ricordiamo qualcosa di più.
Quando si tratta di applaudire Eto'o per il lavoro da terzinaccio svolto lo scorso anno sotto la guida di Mourinho, tutti bravissimi (e non c'è dubbio che vada applaudito Samuel per tutto ciò), ma nessuno che citi mai lo strepitoso spirito di sacrificio di Goran Pandev nelle notti di Champions, una su tutte Inter-Barcellona: in un San Siro infiammato, Goran ha fatto il terzino in chiusura costante su Daniel Alves, aiutando Zanetti talvolta anche su Messi - non due tipi qualsiasi - e l'ala a puntare con le diagonali la difesa blaugrana. Quei novanta minuti, così come altri del vecchio Pandev, andrebbero guardati più spesso prima di criticare. Eppure, i fischi feriscono uno che come il macedone è sempre lì a darsi da fare, ma senza abbatterlo, tant'è vero che con Leonardo è avvenuta la rinascita. Non si può bocciare il Pandev visto a Brescia, ma certamente si può sottolineare come lui - così come anche altri, attenzione - avrebbe dovuto essere più spietato sotto porta per farci parlare di una vittoria, e non di un pareggio. L'altalena è rimasta immobile, e quindi in positivo viste le ultime prestazioni, perché si poteva fare meglio ma il suo lavoro non va comunque dimenticato.
E adesso, c'è il suo momento per zittire gli scettici e porre fine a qualsiasi altalena. A Monaco di Baviera, visto il possibile forfait di Milito, Goran potrebbe essere addirittura titolare. Un'occasione imperdibile per lui, il vero momento clou di questa stagione storta. Viste le defezioni, potrebbe non bastare il meraviglioso Pandev di un anno fa, quello che si mangiava la fascia contro i titani di Guardiola, ma servirà qualcosa in più dal punto di vista offensivo, così come a Brescia, visto che magari sarà schierato in avanti al fianco di Eto'o. Il feeling con il gol è ancora totalmente da ritrovare - con la Samp anche era stato ricercato faticosamente, fino al momento della rete - ma quale migliore occasione della notte dell'Allianz Arena? Leo lo sostiene, ed ha ragione. Avanti Goran, perché uno come lui, che ha dato tanto all'Inter come lui e che non ha mai fatto casino puntando solo sul lavoro, merita molto, molto di più di esagerate critiche.
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