Ci siamo: stasera a San Siro va in scena Inter-Juventus, la grande sfida, mai come quest’anno fondamentale per i nerazzurri, intenzionati a conquistare l’intera posta in palio per accorciare la classifica e ricandidarsi tra le big del campionato italiano. L’arrivo di Antonio Conte sulla panchina bianconera, oltre a riproporre antichi duelli che lo vedevano sul rettangolo di gioco con la fascia di capitano bianconera, dà un tocco in più all’aspetto tattico della sfida.
PROGRESSISTI VS CONSERVATORI - Inevitabile, infatti, prendere in seria considerazione il modulo adottato dalla Juventus in questa stagione: un 4-4-2 con esterni altissimi, che però più di una volta varia in base alle esigenze. Dal progressismo bianconero al conservatorismo nerazzurro, quello di Ranieri, che insisterà sul 4-3-1-2 almeno fino a quando Sneijder dirà presente: non esiste infatti un modulo più gradito all’olandese, che anche stasera sarà l’interruttore dell’Inter, sperando che mantenga accesa la luce più a lungo possibile. L’altro interruttore, e non ci sono dubbi, è Andrea Pirlo: difficile immaginare la Juve di Conte senza l’ex milanista, il geometra del centrocampo nonché il principale suggeritore di attaccanti e ali.
TUTTI SU PIRLO - Proprio per questa ragione una delle chiavi tattiche che potrebbero avvantaggiare i nerazzurri è un pressing asfissiante nei confronti del centrocampista bianconero. Impedendogli di ragionare si frenano e non poco gli automatismi dei suoi compagni, che si muovono a memoria in funzione della visione di campo panoramica di Pirlo. Un atteggiamento aggressivo sin dalla trequarti avversaria potrebbe consentire all’Inter di recuperare facilmente il pallone e creare difficoltà alla retroguardia juventina. Ma il pressing deve essere ragionato, visto che al regista di Conte basta uno spiraglio per mettere i compagni nelle condizioni di segnare.
OBI, PENSACI TU - La domanda è: alla luce delle condizioni non eccelse di molti dei suoi giocatori, a chi potrebbe chiedere Ranieri di sacrificarsi in pressing su Pirlo? La risposta meno prevedibile potrebbe essere anche la più efficace: Obi. Se il nigeriano partisse dal primo minuto, potrebbe aggredire da subito Pirlo senza pagare dazio nel lungo termine. Se Cambiasso e Zanetti vigileranno qualora il pallone arrivasse agli avanti bianconeri, toccherebbe a Sneijder sacrificarsi in aiuto di Obi. Il meccanismo, così, potrebbe funzionare senza esporre il fianco alle ripartenze della Juventus.
L’ARDUO COMPITO DEI TERZINI - È chiaro, comunque, che molti dei pericoli partiranno sì dal piede di Pirlo, ma transiteranno assai spesso dalle fasce, come Conte pretende dai suoi. Maicon e Nagatomo, dunque, dovranno cercare di non lasciare troppo a lungo scoperta la loro zona di competenza, perchè il rischio di trovarsi in inferiorità numerica (ali e terzini bianconeri si sovrappongono) è altissimo. Attaccare sì, ma con la massima attenzione e i piedi di piombo, in altre parole. I due terzini dell’Inter saranno pertanto chiamati a un compito doppiamente difficile, ma avranno bisogno del sostegno dei centrocampisti per poterlo svolgere senza sbavature. Altrimenti, per timore, rischierebbero di non sostenere gli attacchi della loro squadra.
PUNTI DI RIFERIMENTO: ZERO - Se la Juve affida alle fasce la propria manovra offensiva, è inevitabile che a centrocampo debba lasciare qualche metro in più per carenza di uomini. Non farsi accerchiare consentirebbe di assicurarsi una forza d’urto superiore in mezzo, reparto che fa la differenza a prescindere. L’uomo in più, in fase di attacco, è un vantaggio da non trascurare e i movimenti a ritroso di Sneijder potrebbero portar fuori uno dei centrali, liberando di una marcatura Pazzini e Zarate. L’olandese e l’argentino avranno il compito di non dare punti di riferimento al quartetto difensivo bianconero, che finora ha dimostrato di non essere particolarmente sincronizzato. Far saltare la linea difensiva garantirebbe ai nerazzurri maggiori opportunità di avvicinarsi agli ultimi 16 metri.
SE MANCANO I NUMERI UNO... - Dettaglio che tatticamente potrebbe fare la differenza è l’assenza, ambo i lati, del portiere titolare. E si parla di numeri uno del calibro di Julio Cesar e Buffon (che però potrebbe farcela dal 1° minuto, non a caso è convocato). Il loro forfait, psicologicamente, porterà le rispettive retroguardie a concedere meno spazi, onde evitare conclusioni da parte degli avanti avversari. La sicurezza che i titolari garantiscono ai compagni di reparto permette loro di destreggiarsi con maggiore disinvoltura e di tenere alta la linea difensiva. Stasera potremmo assistere a un atteggiamento assai più prudente e restìo ad abbandonare la propria posizione, bloccando anche la costruzione di gioco.
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