Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, intervistato da Radio Nerazzurra ha fatto importanti precisazioni sull'articolo pubblicato qualche giorno fa dal New York Times a proposito della situazione finanziaria dell'Inter che ha scatenato non poche polemiche: "Sostanzialmente, se ho interpretato bene quello che hanno scritto, hanno analizzato il bilancio chiuso al 30 giugno 2022 dove il debito lordo ammonta a quella cifra che hanno scrtitto. Non hanno però considerato una serie di elementi positivi sul bilancio del club, in termini di disponibilità liquide, o i crediti che fanno scendere l'indebitamento. In quel bilancio il grosso è fatto dall'emissione obbligazionaria di 400 milioni fatta tempo fa; poi ci sono circa 140 milioni di disponibilità liquide e 100 di crediti. L'indebitamento con Oaktree è invece fuori da questo perimetro, perché è stato sottoscritto dalle società a monte della catena di controllo del club. È un indebitamento importante, che va ridotto: non è tra i parametri principali del Fair Play Finanziario, la cosa preoccupante ha a che fare con gli interessi che vanno pagati su quel debito, che stanno calando ma che nel caso specifico ammontano a circa 45 milioni, cifra che potrebbe essere investita per uno o due calciatori importanti. L'articolo del New York Times l'ho trovato un po' eccessivo: bisognerà attendere la rendicontazione di fine anno, che terrà conto di qualche elemento negativo, come la grana dello sponsor Digitalbits venuto meno, ma anche di tanti aspetti positivi, legati alla cavalcata in Europa ma non solo".

Tra ricavi e market pool, più incassi da stadio, parliamo di cifre superiori ai 130 milioni.
"Tutto questo ha a che fare con il rendiconto economico, da quello che entra ed esce dalle casse del club; considerando che una parte dei costi è stata tagliata con l'abbassamento del monte ingaggi e bisogna vedere anche gli ammortamenti. Tutto ciò andrà proiettato sulle prossime stagioni e soprattutto con l'accordo di settlement agreement sottoscritto con la UEFA prevede di rientrare nei parametri indicati da Nyon entro il 2025".

Ma se la società dovesse essere ceduta ad una nuova proprietà, il settlement agreement verrebbe sospeso o rimane tutto così?
"Cambia poco da questo punto di vista, il settlement agreement è sottoscritto col club e prescinde dall'eventuale cambio di proprietà e difficilmente si può immaginare. Non è però escluso che, eventualmente, si possa in qualche modo ridiscutere qualche paletto però in questa fase si resti vincolati all'accordo stipulato anche perché fatto con più club e quindi complicato da modificare".

Che senso avrebbe rifinanziare il debito con Oaktree e che interesse avrebbe il fondo a farlo?
"Oaktree lo rifinanzia facendo un prestito a un tasso d'interesse più alto, perché i tassi sono cresciuti. Sarebbe più insensato perdere la società per 275 milioni di prestito, considerando che il club potrebbe valere oltre un miliardo e duecento milioni sul mercato considerando i vari elementi. Suning si potrebbe sobbarcare un ulteriore tasso d'interesse, in considerazione del fatto che allungando il prestito si possa ottenere un pochettino più d'ossigeno e tempo per intervenire".

Quindi l'Inter vale davvero 1,2 miliardi di euro?
"Il valore di un club che ha appena disputato una finale di Champions potrebbe anche essere più alto. Si tratta sempre di trovare un acquirente attento: pensiamo che un club come il Manchester United sta passando di mano per una cifra tra i cinque e i sei miliardi. È vero che l'Inter ha il problema dell'indebitamento importante, che però verrebbe incluso nel prezzo; non ha un impianto di proprietà, ma ci potrebbe essere un discorso più chiaro nei prossimi mesi e a quel punto il valore potrebbe aumentare ulteriormente, anche se non a livelli da club di Premier League. Credo che l'idea di Steven Zhang sia quella di continuare a guidare un club che si sta ricollocando sul palcoscenico internazionale, in attesa di capire che margini di manovra avrà Suning. C'è sul mercato una guerra tra grande finanza sportiva statunitense e araba, e l'Inter potrebbe finire dentro un'asta qualora la Cina decidesse di rinunciare all'ultimo investimento importante rimasto in un club europeo. Bisogna sempre mettere tutto a confronto con gli scenari politici cinesi che sono imperscrutabili".

Quanto impiegherà l'Inter a restituire i soldi? E quando tornerà al break-even ripianando il debito?
"Dovrebbe conservare la forza di superare ogni anno i 400 milioni di fatturato e fare sempre utili, e non rossi per erodere l'indebitamento La strada più semplice sarebbe quella di un cambio di proprietà, in modo da abbattere l'indebitamento come successo col Milan con Elliott. Per capire le strategie di Suning bisognerebbe quasi fare un esercizio di divinazione: i dati economici dicono che il colosso di Nanchino sta migliorando la situazione, che resta però tutt'altro che florida, con passivi importanti registrati e una riduzione del giro d'affari, all'interno di un'economia cinese che è sempre di difficile lettura. Non parliamo ad ogni modo di un gruppo piccolo, che non ha la possibilità di riprendersi: lì c'è l'innesco tra situazione finanziaria e innesco politico in certi settori. In questi anni, anche a livello politico in Cina, lo scenario è cambiato molto, e questo ha danneggiato l'Inter che però si è mantenuta ad alti livelli con la forza propria e dei propri dirigenti. Qualche anno di navigazione a vista era accettabile, ora però c'è bisogno di un rilancio in termini di investimenti e certezze. E in quel senso che Zhang deve dare risposte".

Sezione: Focus / Data: Mer 14 giugno 2023 alle 12:40
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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