A prescindere dall'amichevole giocata contro lo Sheffield che ha visto uno spartito simile a quello delle ultime partite, con ancora meno scelte per Spalletti visti alcuni leggeri infortuni, più quello abbastanza serio di Dalbert a inizio partita, c’è un’aria decisamente più serena all’Inter rispetto agli scorsi anni. Questa considerazione non significa che vada tutto bene ma c'è un attestato di serenità riferibile al clima di maggior fiducia. Penso ancora che si tratti di un dato di fatto facilmente confermabile dal ricordo delle ultime estati.

Dopo l’addio di Mou l’Inter ha attraversato estati incerte in cui, oltre ai capovolgimenti societari, le notizie inquietanti di buchi di bilancio, voragini improvvise e quella brutta parola: Fair Play Finanziario, ad uccidere ogni sogno di grandeur. Siamo passati da Maicon a Jonathan con disinvoltura e l’encomiabile volontà di rendere “divino” un giocatore che aveva l’indubitabile talento di essere simpatico e fare anche numeri improvvisi e inaspettati. Abbiamo passato estati in cui arrivavano allenatori con la data di scadenza già impressa sulla schiena, con progetti estemporanei e divisioni societarie, annunci di gestioni oculate e spese senza senso. Abbiamo passato estati in cui il tecnico si lamentava di allenare questa Inter senza soldi (Mazzarri) ingrigendo la squadra ulteriormente, altre in cui l’allenatore era uno (Mancini) e improvvisamente era un altro (De Boer).

La scorsa estate si vinceva ogni singola amichevole ma la montagna partoriva topolini e invece dei Di Maria, Vidal e Nainggolan arrivavano buoni giocatori e tutti si chiedevano: “Ma Suning tiene all’Inter?”. Alla fine del mercato la sentenza impietosa era che la proprietà usasse il nome di questa squadra per i suoi affari ma che volesse vendere. Io ad esempio lo avevo saputo da un mio amico che conosce il portinaio dello stabile in cui c’è una società di affari dove lavora il cugino di una sua amica (!). In effetti è impossibile spegnere i rumori di fondo se non trapelano notizie certe ma la scorsa stagione ingoiare quella campagna acquisti così normale fu particolarmente difficile.

Senza contare che Sabatini sembrava dovesse essere il nuovo reggente del mercato nerazzurro, con quella patente ambigua di coordinatore di Inter e Jiangsu mentre Ausilio una figura in via d’uscita. Ne erano certi tanti e in fondo a ragione perché i ruoli all’interno della società non sono mai stati spiegati bene. La vera notizia era stata la permanenza di Perisic, non abbastanza per scaldare un pubblico che in seguito avrebbe comunque popolato san Siro come se fossero arrivati 11 Ronaldo (il Fenomeno s’intende). Estati turbolente piene di incertezze e culminate sempre, stagione scorsa a parte, con finali disastrosi.

L’estate 2018, in proporzione alle altre, è per distacco la migliore ma insegna che l’attualità delle cose adatta la mentalità. Prima si era costretti ad adeguarsi a quel tunnel, oggi c’è fretta di poter competere per lo scudetto e la Champions ma non si è ancora attrezzati economicamente per poter fare il definitivo salto di qualità. Se sei costretto a rinunciare al riscatto di Rafinha e Cancelo e a chiedere giocatori in giro per l’Europa con la formula del prestito è evidente che non sei padrone del tuo destino. Il fatto che siano arrivati, grazie ad una programmazione dovuta a sua volta a un’inusitata continuità societaria, giocatori come De Vrij, Asamoah e Lautaro Martinez, seguiti da Nainggolan e Politano, fa bene al cuore ma l’Inter non è in grado di poter lottare ancora alla pari con società dal fatturato alto e una Uefa compiacente.

La strada è quella giusta ma ci vorrà ancora pazienza, per il momento la caccia al terzino e al centrocampista da affiancare a Brozovic è ancora da definire. Eravamo rimasti a Dembele e Wiliam Carvalho andati in dissolvenza e siamo arrivati a Herrera e Vidal. Il primo resta una suggestione e non sembrano esserci spiragli anche solo per imbastire la trattativa. Il secondo trova la volontà del giocatore ma non quella del Bayern e non si capisce l’ottimismo delle prime ore. Per questo è spuntato il nome di Paredes. Ogni settimana invece arrivano segnali di addio definitivo a Rafinha. Con scorno mio e di molti tifosi interisti. Per l’esterno il nome di Vrsaljko trova la medesima opposizione di club come l’Atletico Madrid che vorrebbero soldi nell’immediatezza. I piani B si chiamano Henrichs, Darmian e Zappacosta.

Servono altri due giocatori e dopo la metà di agosto partirà un campionato in cui vedremo la vera Inter, con i ritorni che verranno gestiti per fare in modo che Perisic e Brozovic entrino in forma senza rischiare infortuni. Nainggolan c’è la sensazione che avrà qualche problema per quel fastidio che gli permetterà di tornare in campo solo con l’Atletico. Qualche intoppo dunque ma resta un’estate normale in cui si punta al consolidamento. Non si può ancora sognare lo scudetto ma sperare in un'Inter ancora più vicina al suo standard. Sarebbe importante provare a conquistare la coppa Italia, per tornare ad allenare una mentalità vincente.

Amala.

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Sezione: Editoriale / Data: Mer 25 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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