E qualcuno si è persino sorpreso. Non poteva che concludersi con un nulla di fatto questo famigerato Tavolo della Pace che nelle intenzioni di chi l'ha montato, in perfetto stile Ikea, avrebbe dovuto risolvere in poche ore frustrazioni e rancori che risalgono a un passato ben più lontano del 2006, annus horribilis del calcio italiano. Alla fine l'unico che ha espresso un giudizio 'positivo' sul meeting è stato proprio Moratti, l'imputato, che lo ha definito 'utile e costruttivo'. Gli altri? C'è chi ha preferito non proferir parola e chi ha ammesso l'impossibilità di fare passi avanti, un'attualità alquanto prevedibile. Non ho idea di cosa i nove partecipanti si siano detti, se siano volate offese o urla all'interno del Salone del Coni, oppure se sia stato ingaggiato un Carlo Conti o un Paolo Bonolis a condurre questo show (e perché no, anche un Bruno Vespa con plastico annesso).

Posso solo immaginare in linea di massima come la situazione sia evoluta, con i soliti noti desiderosi di rivalsa nei confronti dell'imputato (Moratti) e con la reazione impassibile dello stesso, forte di sentenze giuridiche che lo rendono inattaccabile. 'Devi spiegarci che ruolo hai avuto in Calciopoli!', oppure 'Restituiscici quello Scudetto!': potrebbero essere state queste le frasi più abusate in occasione del conclave, la cui fumata non è stata nera, di più. Quando ho saputo di questa idea del Tavolo della Pace ho storto il naso. Mi sono subito chiesto a cosa servisse se da parte degli accusatori non ci fosse la reale intenzione di mettersi il passato alle spalle e guardare al futuro. Evidentemente Petrucci si augurava che sarebbe stato questo l'argomento clou dell'incontro, invece si è parlato con i soliti toni e le abituali pretese dei fatti del 2006.

Risultato? È sotto gli occhi di tutti, non si è risolto nulla e tutti a casa con le stesse frustrazioni, tranne Moratti che francamente poteva risparmiarsi il viaggio a Roma e andare a godersi l'Inter vincente a Marassi di Genova. Incontro costruttivo? Il presidente lo ha etichettato così, ma alla fin fine di costruttivo non c'è stato molto visto che il futuro del calcio italiano è stato solo un argomento marginale. Troppo prevedibile la fame di rivalsa dei leoni con la bava alle fauci, che hanno voluto mascherare un agguato in piena regola con un meeting costellato di buona volontà. Una perdita di tempo bella e buona, insomma, e tutti con le pive nel sacco. Personalmente, da interista aggiungo: chissenefrega.

Ci hanno provato, è andata a vuoto, peggio per loro. Si tengano quel malcontento atavico che nasce da una condotta irresponsabile e truffaldina, certificata da sentenze giuridiche e condanne sportive a disposizione di tutti gli interessati. Noi andremo avanti serenamente per la nostra strada, sperando che la società Inter pensi al futuro costruendo una squadra all'altezza del suo nome.

 

 

P.S. - Come non dedicare un pensierino a Raiola, ospite ad Appiano Gentile? Lui ha detto che si è trattato di una visita di cortesia (con noi si è espresso invece in maniera meno elegante, ndr): giustificazione credibile come l'esistenza di Babbo Natale e Befana messi insieme. Diciamo che Raiola ormai da tempo non è più ospite gradito in casa Inter, si chieda ai tifosi in tal senso. Plausibile che voglia avviare una trattativa per chissà quale giocatore (Pogba?), anche se trattare con un vero e proprio emissario del Milan non è poi così gradevole. Se poi è l'agente di Nocera Inferiore, alla luce dei suoi precedenti, lo è ancora meno.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mer 14 dicembre 2011 alle 22:00
Autore: Fabio Costantino
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