Dell’Inter vorrei capire una cosa: ma davvero mancavano i mediani? E la corsa, il gioco, la fantasia, chi dovrebbe portarli? Non ci sono né ali né mezze ali, chi deve fornire palloni agli attaccanti? Eppure quattro mediani non bastano a proteggere una difesa da otto gol in due partite. Se schemi così corazzati non sanno dare equilibrio, la colpa non è degli schemi. È dei giocatori”.

Con queste parole, Mario Sconcerti, chiude il suo editoriale di ieri sul Corriere della Sera a commento della domenica calcistica. Ed in effetti è difficile non dargli ragione.

Potrebbe essere anche facile e riduttivo citare la mancanza di Thiago Motta: è stato, lo abbiamo detto e scritto più volte, una buona operazione per le casse societarie. E nessuno, qui, vuole rinnegare questa cessione. Il peccato, semmai, è non essere riusciti con una certa tempestività a reperire l’alter ergo dell’italo brasiliano.

Ranieri, da parte sua, ci ha provato sino all’ultimo a tenere Motta, dando al giocatore la giusta importanza e il giusto peso all’interno dei meccanismi della squadra. Certo, l’allenatore romano poteva fare ben poco per trattenerlo e, ad oggi, non può essere imputato per i pessimi risultati della squadra: lui, l’aggiustatore, aveva messo in fila una striscia di vittorie – sette, per la precisione – che avevano restituito l’Inter ad una classifica dignitosissima. Ma poi è arrivato il mercato. 

Palombo e Guarin, infatti, sono due buonissimi giocatori ma che, ad oggi, non possono essere la soluzione immediata ai problemi dell’Inter. Il primo necessita di tempo per potersi inserire negli schemi di Ranieri; il secondo – a quanto pare – non sarà pronto prima della fine della prima settimana di marzo: con tutto quel che ne consegue riguardo tenuta fisica, inserimento in squadra e altro.

Come curare, dunque, l’Inter? Semplice, sotto un certo punto di vista: se si vanno a guardare le pagelle nerazzurre delle ultime tre partite (Lecce, Palermo e Roma) si notano facilmente le numerose insufficienze di giocatori chiave che, in altri casi, avevano salvato la baracca.

A cominciare da Julio Cesar, che domenica non è riuscito ad evitare il passivo per continuare con la coppia Lucio-Samuel che si è fatta infilare da Giacomazzi, Miccoli, Borini e via dicendo. Certo, anche il centrocampo non protegge adeguatamente la retroguardia: Cambiasso, J. Zanetti e Obi si sono rivelati insufficienti per non parlare dell’irriconoscibile Pazzini passato, nel giro di sei mesi, da goleador implacabile a portatore d'acqua di Milito. Tocca ai giocatori rimboccarsi le maniche e darsi una mossa.

A corredo di tutto ciò, un modulo – il 4-4-2 – che non corrisponde fedelmente allo specchio della rosa nerazzurra: Snejider, Alvarez, Coutinho (ora andato via) che, per caratteristiche, sono uomini di fantasia portati ad agire in posizione centrale dietro le due punte. Ma Ranieri, fino ad ora, li ha impiegati sulle fasce, destra e sinistra, riservando solo all’olandese il ruolo di fantasista, con risultati insoddisfacenti.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mar 07 febbraio 2012 alle 00:12
Autore: Giuseppe Granieri
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