L'Inter, è ormai storia nota, negli ultimi anni ha operato scelte di mercato incentrate sulla qualità dei giocatori, a prescindere dal passaporto. Scelte che hanno pagato indubbiamente, e questo lo testimoniano soprattutto i risultati ottenuti negli ultimi anni dalla squadra nerazzurra, ma che ha dato adito spesso e volentieri a delle voci polemiche, sul fatto di essere Internazionale in tutti i sensi, ovverosia una squadra infarcita di stranieri che lascia poco spazio agli italiani, una scelta mal vista anche da diversi tifosi della Beneamata. Negli ultimi tempi, la tendenza si sta leggermente invertendo grazie ai giovani della Primavera che si sono guadagnati spazio in prima squadra, ultimo dei quali il 18enne Santon, oltre a Balotelli e al promettente Bolzoni, da molti indicato come l'erede di Cambiasso.

Comunque, è un punto su cui bisogna riflettere, quello dell' "esterofilia" dei dirigenti nerazzurri, anche e soprattutto in prospettiva mercato estivo. Perché la ridda di candidati a sbarcare a Milano è già partita da un pezzo, e perché la "hitlist" dei desideri dell'Inter per l'estate del 2009 vede tra i nomi più gettonati quelli di Aguero, Eto'o, Drogba (in calo) e Mata del Valencia. Tutti nomi di assoluto pregio, ci mancherebbe, ma che non fanno altro che rinforzare questa tendenza. E in tempi in cui Platini caldeggia fortemente il "6+5", a lungo termine questa scelta potrebbe addirittura diventare un rischio.

Per cui, ecco un piccolo suggerimento: perché non cominciare a pensare di creare un nucleo italiano più forte già dalla prossima stagione, magari partendo dall'attacco? Quello è infatti il reparto che, detto in soldoni, "promette" di più: accanto all'intoccabile Ibrahimovic e ad Adriano, c'è già un elemento come Balotelli; pare ormai sicuro il ritorno alla base di Robert Acquafresca, e dalla Primavera è pronto alla promozione Mattia Destro, trascinatore della squadra di Esposito. La gemma potrebbe essere l'arrivo in estate di un attaccante italiano, magari quel Giuseppe Rossi adesso in Spagna al Villareal e già da tempo nel giro del Nazionale di Lippi. Un elemento che si distingue per classe, fiuto del gol e futuribilità (è del 1987). Certo, la strada non è agevole, per diversi motivi, primo fra tutti l'impegno economico che comporterebbe questo ingaggio; ma tentare, come si suol dire, non nuoce. Perché un'Inter più italiana, specie se vincente, può far bene a tutti i tifosi.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 18 febbraio 2009 alle 20:15
Autore: Christian Liotta
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