All'indomani di una sconfitta si tende sempre a elencare tutti i problemi di una squadra, ma alle volte sono loro che si palesano in tutta la loro grandezza. Per Mazzarri è sempre stato un must il gioco sugli esterni affinché aprissero gli spazi centrali favorendo i tagli delle punte e gli inserimenti dei centrocampisti con il solo fine di punire le difese avversarie. Ovviamente per fare questo c'è necessità di esterni in grado di seguire i dettami tattici dell'allenatore, ma questo, anche a causa delle molte defezioni, sembra ancora lontano dal poter essere raggiunto.

POCA SPINTA – Di cinque esterni schierati in campionato, escludendo Jonathan perché impiegato troppo poco, solamente due, statistiche alla mano, si spingono in avanti con una buona continuità: stiamo parlando di D'Ambrosio e Dodò, il primo infortunatosi nel periodo migliore di forma e il secondo in calo di condizione. Il dato statistico che testimonia la loro propensione offensiva è quello legato alla direzione dei passaggi: sono infatti, solamente loro due, gli esterni nerazzurri ad effettuare più passaggi in avanti che verso la difesa, sintomo di un'indole propositiva alla ricerca della metà campo offensiva (l'ex Torino gioca il 55% dei palloni in avanti e il brasiliano il 51,5%). Tutti gli altri esterni hanno percentuali di passaggi all'indietro molto alte sintomatiche di un gioco stantio e di poca spinta: Mbaye gioca il 74% dei palloni verso la retroguardia e Obi e Nagatomo il 60%.

ESTERNI SENZA CROSS – L'altra prerogativa degli esterni, in qualsiasi tipologia di gioco, a maggior ragione in quello di Mazzarri, è quella di crossare verso l'area di rigore alla ricerca proprio dell'inserimento o del taglio giusto. Questo, numeri alla mano, non avviene o, perlomeno, avviene in dosi minori rispetto a quello immaginato: in 10 gare l'Inter ha totalizzato 51 cross verso l'area di rigore di cui ben 18 provenienti da calcio d'angolo. Trentatré, dunque, i cross provenienti dalle fasce e questo di per se' è un dato preoccupante (la media di 3,3 cross a partita è facilmente calcolabile), ma ovviamente questi non sono tutti merito degli esterni, anzi. L'esempio lampante è la gara di ieri contro il Parma dove solo 2 dei 5 cross sono venuti dai piedi di Dodò che, al netto di tutti gli infortuni, è il vero titolare della fascia sinistra.

LAVORI IN CORSO – La quantità di infortuni proprio in questa zona del campo, con ben tre esterni messi ai box, incide moltissimo sul gioco dato che, fra l'altro, si sono infortunati i tre esterni che avevano da più tempo assimilato i movimenti del gioco mazzarriano. Adesso il tecnico toscano aspetta la prossima gara per recuperare almeno Nagatomo e dare respiro a chi ha già giocato tante partite sinora e poi, si spera dopo la pausa per le nazionali, si attendono buone notizie da Jonathan e D'Ambrosio; sino ad allora bisognerà spingere sugli esterni, più di quanto loro stiano facendo in campo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 02 novembre 2014 alle 18:21
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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