Henrikh Mkhitaryan è oggi protagonista di un'intervista con Dazn. Si parte con la sfida al Napoli per il primo posto. "Ci sono ancora tante partite, tutto è possibile. Lotteremo fino alla fine, la cosa più importante è non perdere punti e poi vedremo dove siamo arrivati", risponde l'armeno.

Cosa si prova a vincere due derby in 18 giorni?
"Pazzesco. Volevamo vincerli. Il primo in Supercoppa era per un titolo, siamo molto contenti. Con quella fiducia ci siamo preparati anche a quella del 5 febbraio. Abbiamo meritato anche in quella partita. Siamo contenti che Milano sia nerazzurra".

Prima di quelle gare avevate la percezione di essere così superiori?
"Eravamo un po' sorpresi ma eravamo pronti. Siamo stati superiori".

Vi hanno dato fastidio o caricato le critiche di inizio stagione?
"I primi critici siamo noi stessi. Ci siamo parlati e abbiamo capito. Non importa cosa è successo prima, è importante cosa possiamo fare in futuro. Ci siamo parlati in spogliatoio, siamo una famiglia e in famiglia può succedere tutto, l'importante è parlarsi, capirsi e continuare a lottare per questa maglia".

Come vi ha comunicato il suo addio Skriniar?
"Sono molto triste ma devo accettare la scelta, è la sua carriera e lui è responsabile delle sue scelte. Devo ringraziarlo di aver giocato con me. Meritava quella fascia di capitano, adesso ce l'ha Lautaro ma sappiamo che il capitano è sempre stato Handanovic. Skriniar resta comunque fortissimo anche senza".

Cosa pensi se rivedi il gol di Firenze, primo con l'Inter?
"Quando ho visto Dzeko darla a Barella ho visto lo spazio e sono andato anche se ero stanchissimo. Ho visto che il difensore voleva calciarla fuori e ho messo il piede per toccarla. L'istinto mi ha premiato".

Per caratteristiche ti senti ancora un 10?
"Sì e mi manca perché mi è sempre piaciuto giocare dietro le punte. Però la vittoria mi dà soddisfazione, anche se vorrei giocare lì un po' di più".

Il difensore più difficile da dribblare?
"Nessuno (ride, ndr)".

Il segreto di uno spogliatoio vincente?
"Mentalità".

L'idolo da bambino e cosa gli ruberesti?
"Zidane, gli ruberei visione e tecnica".

La più grande delusione in carriera?
"Nel 2019 non ho potuto giocare in Azerbaijan la gara di Europa League".

Il talento giovane che ti sta impressionando di più?
"Non è più un giovane ma è Barella".

Il compagno sempre con la battuta pronta?
"Bastoni".

Il match più difficile di quest'anno?
"Il Barcellona a San Siro. Ci ha dato tantissima fiducia. Siamo fortissimi, ma vincere qui e pareggiare là ci ha dato fiducia e su questo abbiamo costruito la nostra strada".

Ti capita di cantare a casa?
"Sì mi capita. Se vinceremo lo scudetto quest'anno o il prossimo canterò una canzone di Al Bano".

Cosa mi renderebbe felice?
"Vincere altri trofei. Il più importante sarebbe lo scudetto, ma non mi fermerò".

Sei destro o mancino?
"In Francia una volta mio padre è tornato dall'allenamento e ha chiesto un té. Ero piccolo, ho messo le mani sul piatto con la tazza e mi sono bruciato versandomi addosso l'acqua bollente. Da lì in poi ho avuto paura di scrivere col destro e scrivo col sinistro. Ma in campo sono destro".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 17 febbraio 2023 alle 10:15
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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