Lunga intervista per Javier Zanetti in Argentina a Clank. Tanti i temi trattati, a partire dal suo sbarco a Milano. "Quando mi arrivò la notizia ero in Sudafrica con la nazionale. Non ci potevo credere. Dal Banfield all'Inter, un grosso cambio. Chiamo a casa per chiedere se era vero perché tutti dicevano che mi stavano prendendo. Io vivevo a Dock Sud, da lì sono andato a Milano. Con i miei genitori che non avevano mai preso un aereo. In quel momento la Serie A era il miglior torneo al mondo. Tutti ci andavano. La prima chiacchierata con Ottavio Bianchi, che aveva avuto Maradona a Napoli. Mi chiede dove volevo giocare, facendo la formazione. Io rispondo: 'A destra'. Lui giocava con cinque difensori. Bene, io a destra e Roberto Carlos a sinistra. E così è cominciata".

"Arriva Mourinho - prosegue Zanetti raccontando degli anni con il tecnico portoghese -. Tutto lavoro con la palla, niente palestra. Prima riunione in sala video ci mostra sullo schermo tutte le sue caratteristiche: come era come persona, cosa voleva da noi. Ci disse: 'Voglio un'ora e mezza di concentrazione e alta intensità. In tutti gli allenamenti'. Una cosa nuova per noi. In due settimane di precampionato non ha mai ripetuto un esercizio. Lavorava in una maniera differente, ottenendo grandi risultati. Mi sono accorto che era diverso perché a fine campionato presi un aereo e atterrato a Roma mi chiamò. Mi disse che sarebbe diventato il mio allenatore, che sarei stato il suo capitano. Parlava già italiano perfettamente. Mi disse se facciamo questo, questo e questo vinceremo le partite. Ci dava un cd prima di andare in campo e sapeva tutto. Ci convinse che potevamo vincere la Champions. E disse al presidente che con 5 innesti, rispetto all'anno prima, avremmo vinto".

"Quale finale mi ha fatto più male perdere? Con il City mi fece più male perché non eravamo favoriti e abbiamo dimostrato che eravamo a tanto così. Credo che abbiamo giocato alla pari, anche meglio ma non ce l'abbiamo fatta. Quest'altra finale sono le notti in cui agli altri riesce tutto e a te niente. Purtroppo è successo in una finale. Ci dobbiamo chiedere cosa ci manca per fare l'ultimo passo".

Il VP nerazzurro parla poi della scelta di puntare su Cristian Chivu: “Cercavamo un profilo che fosse di casa, che conoscesse l’ambiente. Cristian è stato un mio compagno di squadra, conosce il club, ha personalità, conosce questa tifoseria. È la persona perfetta. Bisogna sempre trovare un equilibrio, a livello economico per esempio l'ultima stagione è stata molto positiva, sono arrivate risorse necessarie per affrontare la nuova stagione. Vogliamo sempre essere competitivi e ci stiamo riuscendo. A volte vinci, altre no, ma conta mantenere alto il livello sportivo del club".

A mantenere alto il livello è stato anche Simone Inzaghi: “In quattro anni ha fatto lavoro straordinario, il rapporto è sempre stato ottimo. Distratto? Eravamo tutti concentrati sulla finale di Champions, nessuno ha pensato a dopo. Non lo so, ma è andata così: si è parlato di questo perché abbiamo perso, ma voglio ringraziare Simone per quello che ha fatto".

Sezione: Focus / Data: Mer 06 agosto 2025 alle 12:14
Autore: FcInterNews Redazione
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