Christian Chivu e Philippe Coutinho sono solo gli ultimi ad arricchire la già abbondante lista di infortunati in casa Inter. Diego Longo, preparatore atletico italiano della nazionale rumena, era a bordo campo quando, durante l'amichevole Romania-Italia, il terzino sinistro nerazzurro ha dovuto abbandonare il rettangolo di gioco per l'ennesimo problema muscolare. Intervistato da Sky, ha provato a spiegare quali possono essere le cause dei tanti guai fisici patiti dai giocatori dell'Inter:

"È una situazione che mi ricorda quella della Juventus dell’anno scorso. Tanti infortuni, tante polemiche, squadra in difficoltà. Nel calcio è così: quando le cose non girano, di solito non vanno da più punti di vista. Come dice Benitez, anche la sfortuna ha influito. Ad esempio nel caso di Samuel, un infortunio di natura meccanica. Diverso il caso di quelli muscolari, che chiaramente fanno più discutere" .

In tanti infatti puntano il dito contro la preparazione sbagliata.
"Non conosco da vicino la realtà dell’Inter, ma immagino che lo staff di Benitez abbia dovuto fare i conti con giocatori che nella scorsa stagione hanno speso tanto a livello di energie nervose. Hanno vinto tanto, ma hanno anche giocato tanto. Gli infortuni di questo tipo, di solito, sono avvisaglie: messaggi che il nostro corpo usa per avvertirci in tempo. I giocatori stanno sicuramente pagando il cambio di metodi di allenamento: se sei abituato a fare un certo tipo di movimento e inizi a farne un altro, a livello fisico puoi risentirne. È il motivo per cui, da preparatore della Nazionale, mi informo sempre sul tipo di lavoro che i giocatori fanno nei loro club, proprio per cercare di evitare problemi di questo genere".

Quali sono le differenze dei metodi di allenamento tra Mourinho e Benitez?
"Sono stato ospite dell’Inter l’anno scorso e ho parlato con Farias, il preparatore di Mourinho. Con lui i giocatori facevano al 90% allenamento con la palla. Tutto a grandissima intensità, con lavori alternati su spazi larghi per la resistenza e su spazi stretti per la forza. So che invece ora fanno molta più palestra, più pesi, lunghe distanze di corsa. Ma attenzione: nel nostro campo non c’è un giusto o uno sbagliato. Sono punti di vista, modi diversi di lavorare, ma con entrambi si possono raggiungere i risultati". 

I tanti impegni poi non aiutano di certo a recuperare.
"Specialmente quando caricano i giocatori di tensioni o stress. Il nesso tra mente e corpo è un dato di fatto, e gli infortuni muscolari che ti bloccano per 10-15 giorni sono un classico. Se sei “contratto” a livello di testa, anche i muscoli ne risentono. Penso anche a cose semplici, come un figlio nato da poco, una situazione difficile a casa…" .

In che modo quindi la pressione esterna ha influito sugli infortuni?
"Non aiuta certo a prevenirli. Nel caso dell’Inter vengono messi in discussione giocatori che pochi mesi fa hanno vinto tutto. E in Nazionale non cambia, stessa pressione. Anzi, qui è peggio che in Italia. In Romania c’è meno “equilibrio”: un giorno sei un dio, il giorno dopo vali meno di zero. In tutti i campi: politico, sociale, sportivo. Il calcio è l’unico sport, se ne parla 24 ore su 24. Giocatori ripresi ovunque, anche al ristorante: gli contano persino quanti bicchieri di vino bevono. E spesso ci si mettono anche i presidenti, che attaccano i loro giocatori in diretta tv, o li mettono fuori rosa senza motivo".

Sezione: FOCUS / Data: Ven 19 novembre 2010 alle 14:32 / Fonte: sky.it
Autore: Daniele Alfieri
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