Ultimo sforzo per Inter e Monaco che rimandano all'ottava e ultima sfida della fase campionato di Champions League in programma a San Siro il verdetto per l'accesso agli ottavi, chi vince si guadagna il pass per la qualificazione diretta senza passare dai play-off. Lo sa bene Simone Inzaghi che ha ben chiaro l'obiettivo della serata e della prima parte di stagione: entrare nelle prime otto ed evitare due sfide aggiuntive a febbraio. Non è un caso che il pensiero 'derby' viene congelato e contro i monegaschi il piacentino schiera il miglior undici possibile, pur dovendo fare a meno di Hakan Calhanoglu in cabina di regia, sostituito come da copione da Kristjan Asllani.
Il miglior undici per la miglior partita da disputare, il dettame è chiaro. E come tale viene eseguito: l'Inter ci mette meno di un giro d'orologio a carburare e scaldare immediatamente il Meazza che si infiamma quattro minuti dopo il fischio d'inizio con Thuram che intercetta un disimpegno sbagliato della difesa ospite ma viene steso in area da Zakaria, mandando l'altro assioma della diade d'attacco direttamente sul dischetto: non ha dubbi difatti Peljto che fischia rigore per la squadra di casa che per un attimo trema in assenza del cecchino designato per antonomasia Calha. A presentarsi dagli undici metri è il capitano che conferma il grande momento di rinascita e segna un rigore che Majeck ha tentato di neutralizzare ma senza successo: con forza inaudita il Toro di Bahia Blanca lascia partire un siluro non difficile da intercettare ma con una forza tale da piegare il guantone dell'estremo difensore con la divisa verde e sottoscrive il vantaggio nerazzurro. Vantaggio che trova il conforto del raddoppio poco meno di dieci minuti dopo, ancora una volta sotto i colpi di un Lautaro Martinez ufficialmente tornato indomabile e irreprensibile. Combo Barella-Lautaro devastante e il Monaco finisce il primo tempo devastato davvero: sotto di due gol, con un uomo in meno dal 12esimo minuto per fallo di Mawissa su Thuram in piena corsa verso la porta e rosso diretto come DOGSO impone. Devastato ma graziato dal direttore di gara che ha lasciato correre su due falli in area ai danni di Thuram prima e di Dumfries dopo, entrambi potenziali rigori per l'Inter.
Il secondo tempo riparte con lo sciorinamento di rime analoghe al primo: squadra di casa che orchestra, gestisce e domina. Grinta, aggressività, baricentro alto e una manovra a trazione anteriore per tutto il match, mitigati da calma e serenità messe a referto dallo stesso Inzaghi che mischia le carte al 60esimo inserendo Carlos Augusto, Arnautovic e Frattesi al posto di Bastoni, Thuram e Barella. Adesso anche il pensiero derby può essere scongelato, uno sbrinamento che parte dal triplo cambio per concedere minuti di riposo ai tre fondamentali elementi di cui sopra. Ma non solo: dici Milan e Lautaro si gasa e al 2-1 della Dinamo, il Toro nerazzurro s'imbestialisce come se gli stessero sventolando un drappo color sangue dinnanzi agli occhi e incorna ancora una volta un pietrificato Monaco che ormai è in totale balia dei campioni d'Italia che nella serata continentale più frizzante della stagione fanno in tempo a consacrare anche il gioiellino di casa Giacomo De Pieri che esordisce con la prima squadra in una notte che difficilmente verrà dimenticata. Non c'è modo di togliere le bende alla Dea fortuna per la squadra di Hütter che all'83esimo perde anche Teze per un infortunio che non lascia presagire nulla di buono, terminando la partita in nove. Inferiorità numerica che non influisce sul risultato della serata, già ampiamente compromesso e addirittura gentile rispetto agli expected goal e addirittura reso leggermente amaro per la squadra di casa da Marko Arnautovic che a due minuti dal termine si divora clamorosamente un gol praticamente fatto a mezzo metro dalla porta, schiacciando di testa un pallone che finisce di poco alto sulla traversa e fa disperare un San Siro che applaude comunque.
Il recupero è ampio ma non abbastanza da permettere all'Inter di trovare il poker, non c'è più tempo e Peljto fischia tre volte: l'Inter conclude la fase campionato di Champions League al quarto posto e porta a casa una qualificazione alla fase ad eliminazione diretta che vuol dire tantissimo per una stagione continentale che la vede sopra 'i mostri' d'Europa e la insignisce di diritto del titolo di candidata ad una presenza a Monaco... di Baviera.
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