È stata la serata di Luciano Spalletti. C'è poco da aggiungere. Lo aveva detto, il tecnico di Certaldo, che Inter-Napoli non sarebbe finita 0-0. Sembrava avesse sbagliato, l'ennesimo di molti errori di valutazione che nelle ultime settimane gli sono stati attribuiti, alcuni ingiustamente. Alla fine ha rischiato di perdere, senza meritarlo perché la partita l'aveva preparata bene. E l'ha vinta, perché a volte la fortuna aiuta davvero gli audaci. Forse temendo di sbagliare il pronostico, Spalletti nel finale ha deciso di fare all-in, inserendo Vecino e Keita per provare a scardinare la retroguardia partenopea. Ispirato dall'espulsione di Koulibaly, ecco il carico: Lautaro. Perché 10 minuti con l'uomo in più sono un patrimonio che non può essere dilapidato. 

È stata una bella partita, interpretata con il piglio giusto da entrambe, soprattutto dall'Inter che, con rapide ripartenze e una spinta costante a sinistra, ha smascherato il bluff di Ancelotti che si era giocato la carta Callejon terzino. L'infortunio di Hamsik ha costretto il mister emiliano a chiamare in causa Maksimovic, senza tuttavia smuovere la strategia tattica nerazzurra. Il vero problema di questa Inter è l'incapacità di prendere la giusta decisione negli ultimi 20 metri, dove servirebbero killer instinct ed efficacia. Non ci si può appoggiare sempre sul cinismo di Icardi. La squadra crea, lo ha fatto per anche contro i più quotati napoletani e a prescindere da una fase di difficoltà in avvio di ripresa avrebbe meritato di segnare anche prima del 91'. Ma al contempo ha rischiato persino di perdere, perché se Asamoah non si fosse trovato al posto giusto al momento giusto pochi minuti prima oggi racconteremmo l'ennesimo risultato deludente e ingeneroso. Invece i tre cambi di Spalletti hanno messo la firma sulla giocata cruciale: Keita crossa, Vecino fa velo e Lautaro la piazza nell'angolino. Giusto così, come giusto è stato il gol di Pellissier al Bentegodi, sentenza per un'Inter che ha smesso di giocare troppo presto e ha pagato dazio.

Lautaro, proprio lui. Non poteva essere un'altra la firma su questa vittoria che rasserena un ambiente in cui proprio il Toro era tra i volti più cupi. Ancora una volta part-time, ha avuto il merito di entrare con la testa giusta e fare quello che gli è stato chiesto: essere decisivo. Il suo gol più importante da quando è all'Inter, un blitz nell'area partenopea che potrebbe davvero cambiare la sua vita, anche se constatando le scelte di Spalletti sarà dura vederlo titolare al fianco di Icardi. Intanto si goda questo momento, è lui l'eroe di questa serata che ha scacciato qualche nuvolone da Appiano Gentile. Una serata che sarebbe stata entusiasmante non fosse stato per quei disgustosi cori contro la tifoseria ospite e i buuu razzisti indirizzati a Koulibaly. Non ci sono parole per commentare, siamo nel 2018 e ancora dobbiamo sorbirci queste espressioni vergognose. Se Mazzoleni avesse interrotto la partita avrebbe fatto bene, perché davvero è inaccettabile e pur condividendo il tifo calcistico con certi personaggi ora provo imbarazzo per loro. Non va bene, assolutamente.

Chiosa finale sul caso Nainggolan. Situazione che da quando è esplosa con il comunicato del club ha non poco sorpreso e infastidito. Per non parlare dell'addio circolato sul web che di certo non ha esposto il belga a una luce migliore, soprattutto agli occhi dei tifosi. Non c'è molto da commentare, semplicemente da prendere una posizione: o la si accetta come uno sfogo di un ragazzo che non se la sta passando benissimo, soprattutto per colpa delle proprie debolezze; oppure la si accoglie come un'onta difficile da ripulire e si auspica che Radja se ne vada prima possibile. A prescindere dalla scelta personale di ogni tifoso, l'unica opportunità che Nainggolan ha per farsi perdonare è tornare prima possibile con l'atteggiamento giusto e legittimare lo sforzo enorme che la società ha fatto per portarlo via dalla Capitale, sacrificando colui che oggi viene considerato a torto una sorta di Messia destinato a restituire il calcio italiano ai suoi fasti antichi. Non Santon, ma Zaniolo (bel gol ieri, comunque). Se il Ninja mostrerà sul campo di valere l'accoglienza che i tifosi interisti gli hanno riservato lo scorso luglio, trascinando la squadra come lui sa fare, allora il passato rimarrà tale e l'incidente di percorso verrà archiviato. Altrimenti, quella è la porta. Nel mentre, complimenti a Marotta, che davanti alle telecamere ha affrontato una questione alquanto spinosa in modo perfetto. Lui sì che sta guadagnando punti agli occhi del popolo nerazzurro.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 dicembre 2018 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
vedi letture
Print