E si torna in Champions League per la sfida più dura del girone. forse quella decisiva. L’Inter farà visita all’ottimo Lille di Rudi Garcia, dell’inglese Joe Cole, del bomber Moussa Sow e del talentino, sognato tanto dai figli del presidente Moratti, Eden Hazard. Una seccatura forse, visto il periodo nero per l’Inter. Nero in tutti i sensi, a cominciare dalla penuria di punti in campionato (solo quattro) e dalla penuria di condizione psico-fisica. E mentre Claudio Ranieri trova tre torce ricaricate per cercare di non brancolare nel buio (torce che hanno le sembianze di Julio Cesar, Cristian Chivu e Wesley Sneijder), Massimo Moratti trova la forza di puntare il dito contro la classe arbitrale.

La Champions, come detto dallo stesso patron, deve essere uno stimolo per nuove motivazioni e per ricominciare a giocare da Inter. Le polemiche arbitrali del periodo vanno dimenticate e bisogna immergersi nell’atmosfera europea, come accadeva nel 2010, quando con Mourinho i nerazzurri cominciarono la loro cavalcata verso il terzo titolo continentale. L’avvicinamento alla prima gara ‘do or die’, quella con il Chelsea a Milano, passò dal ‘Tagliavento show’ di Inter-Sampdoria, gara nella quale i due rossi a Samuel e Cordoba vennero salutati dalla pañolada del Meazza. L’Inter si turò le orecchie e si immerse nei mari europei, solcati con fierezza e forza, mentre, man mano che la squadra acquistava consapevolezza della sua forza e batteva i mostri sacri del calcio del vecchio continente, in Italia le polemiche gratuite contro una delle squadre più forti del nostro calcio non si placavano. Addirittura persistevano, con la storia di un’Internazionale poco italiana. Roba dell’altro mondo.

La Champions, insomma, è la seconda dimensione, quella in cui rincorrere sogni e chimere, ma anche quella in cui poter dimenticare le brutture e i veleni del periodo, dimenticare i vari Tagliavento (sempre lui, complimenti per la passione e per la coerenza, qualità ormai rare al giorno d’oggi ), Rocchi (complimenti per i ‘migliaia’ cartellini rossi estratti nei confronti dei nostri calciatori, brutti, cattivi e con la maglia nerazzurra) e Orsato (che potrebbe, dopo Bergessio, premiare anche i tuffi di Tania Cagnotto in una giuria internazionale). Bisogna perciò convertire questa negatività, invertire il polo e cercare di dare avvio alla risalita.

PS: Howard Webb arbitrerà Lille-Inter, proprio lui che fischiò in Inter-Bayern del 22 maggio 2010 a Madrid. Non oso pensare all’imbarazzo dei nostri cari fischietti, qualora l’ex poliziotto inglese vedesse un rigore per l’Inter o non ammonisse un nostro mediano, nel caso quest'ultimo vincesse in maniera pulita un contrasto di gioco.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 ottobre 2011 alle 00:01
Autore: Alberto Casavecchia
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