È cominciato il calciomercato. O almeno, ufficialmente non ancora, per quello manca ancora una settimana, ma di fatto con il termine dei campionati sono già iniziate le grandi manovre, qualche squadra ha già messo a segno i primi colpi, in attesa di depositare i contratti alla riapertura dei trasferimenti, tutte stanno sondando il terreno per quella che si preannuncia come l’ennesima calda estate. È il momento più bello per i tifosi, quello in cui si sognano i grandi colpi, e di grande intensità per procuratori e direttori sportivi, con le agende fitte di impegni che pesano nel taschino della giacca. E ovviamente ognuno cerca di portare acqua al suo mulino, i procuratori cercano di piazzare al meglio i propri assistiti, i presidenti di guadagnare la cifra più alta possibile dalle cessioni dei propri pezzi pregiati, come dire: se proprio dobbiamo privarcene, almeno ci guadagneremo una bella cifra.

Strategie e trucchetti che non scopriamo certo oggi, ma che sembrano caratterizzare le ultime vicende di mercato legate all’Inter, a partire da Sanchez. Che Inter e Udinese avessero un accordo di massima a gennaio sembra assodato, che il problema sia il prezzo, pure. Ecco che allora, di fronte ai tentennamenti dell’Inter, si inserisce il Barcellona, pronto a dare a Pozzo i 35 milioni richiesti. E l’Inter trema. Quel Barcellona che sta cercando fortemente anche Giuseppe Rossi dal Villarreal, che però chiede 30 milioni. E allora ecco che l’astuzia potrebbe essere la seguente: l’Udinese, dichiarando di stare trattando con il Barcellona, manda un messaggio indiretto all’Inter come dire “se non vi sbrigate lo vendiamo a qualcun altro”; il Barcellona lo manda al Villarreal dicendo “se il prezzo di Rossi non si abbassa, viriamo su altri obiettivi”. E l’asta è pronta a partire. Non a caso poi, in serata, Pozzo ha fato marcia indietro, ha detto che se deve fare la panchina in una grande piuttosto Sanchez resta a Udine, e intanto la porta resta sempre socchiusa… Pozzo ha parlato anche di contropartite tecniche (“Se devo reinvestire i soldi guadagnati per sostituire Sanchez, preferirei avere una contropartita tecnica”) facendo intendere all’Inter di gradire, nella trattativa, qualche pedina interessante. E l’Inter cosa fa? Difficilmente cadrà nel tranello, piuttosto tenterà di restare sulla sua offerta e valutare attentamente l’ipotesi della contropartita, sfoltendo la rosa, accontentando Pozzo e riducendo l’esborso cash: Pazzini docet.

Altro giro altra corsa, la questione Aguirregaray. Ce ne siamo già occupati in giornata, ogni anno il suo procuratore lo accosta all’Inter specificando che mancano solo i dettagli, ma né dall’Inter trapelano conferme, né la trattativa sembra effettivamente avanzare. Quella passata doveva essere la settimana decisiva per chiudere la trattativa, quest’anno rispetto a quello passato non c’è neanche il problema del passaporto extracomunitario avendo il calciatore acquisito quello spagnolo, ma tutto si blocca nuovamente in attesa che l’Inter liberi la fascia destra. Tanto che nella trattativa si inserisce la Lazio che cerca un sostituto in caso di partenza di Lichtsteiner. Eccesso di ottimismo da parte del suo agente, o altro trucchetto? Accostando di continuo Aguirregaray all’Inter si fa innanzitutto conoscere un nome ai più sconosciuto e quasi impronunciabile, si fanno notare le sue potenzialità al calcio italiano, e si aspetta l’asta. Non a caso Lazio e Parma si sarebbero dichiarate interessate, e l’Inter nel caso lo volesse davvero dovrà ora sbrigarsi.

Aste, trucchi, trattative, accordi, e siamo solo all’inizio, la grande giostra del mercato sta ancora oliando i meccanismi prima di entrare pienamente nel vivo. Sta poi alla sapienza, all’intelligenza e alla sagacia dei suoi interpreti spuntarla o darla vinta conducendo una campagna acquisti brillante o deludente.
 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 09 giugno 2011 alle 00:01
Autore: Domenico Fabbricini
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