"Non è sempre buona la prima" si legge nel titolo dato dall'Inter all'estratto del 'fuori onda' dell'Inter Xmas 2020 edition, pubblicato ieri sui social del club nerazzurro che ironicamente rende pubblici tutti 'gli errori' commessi dai ragazzi di Antonio Conte durante la realizzazione della clip video natalizia con la quale l'Inter ha augurato Feliz Navidad o Vrolijk Kerstfeest ai fratelli e alle sorelle nerazzurri di tutto il mondo.
Un po' di ironia che alleggerisce il clima del Natale più atipico degli ultimi settant'anni, specchio di un'Inter che punta alla rinascita dopo un altrettanto strana e controversa annata, spaccata anche nelle valutazioni e nei bilanci. Da un lato un secondo posto in classifica a -1 dalla Juventus campione d'Italia e una finale di Europa League conquistata dopo un significativo mese di agosto; dall'altro una stagione ricominciata con qualche instabilità di troppo (quantomeno nei risultati iniziali), un saluto anzitempo all'Europa, passo indietro e autogol economico difficile da digerire quanto da archiviare velocemente, al quale però è succeduto un filotto vincente che ha permesso di concludere l'anno solare nel migliore dei modi. Dalla vittoria dell'Epifania 2020 a Napoli alla vittoria del Bentegodi alla vigilia della Vigilia di Natale. Un biscione che si trasforma in uroboro e chiude un cerchio, o meglio... sembra farlo. Sembra ma non è. Esattamente come l'uroboro che divora se stesso trovando la rigenerazione, l'Inter divora se stessa nella notte di San Siro contro lo Shakhtar ma trova campionato una continuità mai avuta finora dall'arrivo di Conte: sette(è)bello, con tanto di vittoria sul Napoli, potenziale candidata allo scudetto, che toglie temporaneamente spazio alle scomode statistiche che vedevano l'Inter finora mai vincente con le 'big' (pari contro Atalanta e Lazio, ko con il Milan).
A spezzare il conservatore gioco del nascondino è Arturo Vidal, l'uomo in più fortemente voluto da Conte proprio per quel carisma e sfacciataggine che avrebbero spostato gli equilibri nel centrocampo nerazzurro. Ed è con quest'ultimo attributo che il cileno, intervistato da Sky, fa coming out: "Non ho paura a pronunciare la parola scudetto, è il nostro obiettivo". Un pensiero fisso nella mente di tutti gli interisti pronunciato questa volta a voce alta senza audacia alcuna da temere, perché bando ai timori, l'Inter non può più nascondersi. Dopo il passo indietro compiuto in Europa, l'obiettivo della squadra di Conte non può che essere il trono d'Italia, senza espedienti che tengano. "Dobbiamo lavorare ogni giorno, pensare partita per partita, poi vedremo se siamo all'altezza di conquistare il titolo" ha anche aggiunto, con un tocco di umiltà che lo salverebbe solo dal linciaggio social ma che ammorbidisce il concetto soltanto metaforicamente perché, esattamente come il suo numero ventidue, né l'Inter né Conte possono più nascondersi. "Tirare fuori il massimo e sbagliare meno rispetto all'anno scorso per raggiungere il nostro obiettivo, che è lo scudetto" - ma non solo. Perché a dirla tutta, il cileno si è lasciato scappare un due di troppo: "È triste essere usciti dalla Champions ma abbiamo ancora due obiettivi importanti", per l'appunto: scudetto e Coppa Italia.
Gli stessi obiettivi a portata di mano anche la scorsa stagione, ma lasciati sfuggire. (Entrambi) per poco, perché 'non è sempre buona la prima' esattamente come nel fuori onda campagna natalizia. Ed esattamente come nel backstage di Inter Xmas, nella prima stagione di Antonio Conte qualche volta l'Inter ha smarrito la bussola, perdendosi tra vie ambigue e controverse e alla domanda 'dove si va?' persino le indicazioni dei trainanti Lukaku e Lautaro non sono bastate. Al contrario proprio quei due lì davanti, un tandem d'attacco invidiato da molti, in alcune sventurate occasioni hanno contribuito a confondere e smarrire ulteriormente la rotta da seguire (vedi la incredibilmente sciagurata finale di Lukaku con il Siviglia o i lunghi periodi di digiuno dal gol di Lautaro). Di un antitetico e ambivalente 2020, l'elemento positivo per eccellenza porta il nome di Alessandro Bastoni, uno dei prodotti più eccelsi del lavoro contiano che nel lungo e stressante anno in conclusione ha beneficiato di una crescita tale da diventare un indiscutibile variante dipendente dell'Inter che fa scuola.
"C'è anche la mia, ma mica faccio tutte ste scene" replica perentorio Milan Skriniar (nel video) al compagno di reparto di Casalmaggiore che mette in palio una maglia autografata. Lo slovacco, ad un passo dal lasciare l'Inter nella scorsa finestra di mercato, dopo un'annata non al massimo delle potenzialità, di suo in questa seconda parte di 2020 ci ha messo tanto tornando lo Skrigno di certezze conosciuto prima dell'arrivo di Conte, che oggi lo ritiene a tutti gli effetti un elemento irrinunciabile della sua difesa. E allora sì, c'è anche la sua di importanza in questa rigenerazione interista di fine anno, dove nell'eterno movimento di energia che si consuma e rinnova di continuo, il Biscione è pronto a cambiare la pelle e ripartire. Perché esattamente come nel video sopraccitato, di errori e strafalcioni tanto vale imparare e riderci sopra perché 'non è sempre buona la prima' purché lo sia la seconda.
VIDEO - IL PARTICOLARISSIMO REGALO DI NATALE RICEVUTO DA BASTONI
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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