Avevamo appena recuperato Maicon, Milito, Chivu, Stankovic e Thiago Motta, in attesa di fare altrettanto con Sneijder, Julio Cesar, Cordoba e Ranocchia. Buon momento, dunque, la pausa aveva restituito giocatori importanti a Ranieri. Poi, la mazzata Forlan, seguita poche ore dopo da quella arrivata tra il capo e il collo di Coutinho: due stiramenti abbastanza seri, soprattutto per l’uruguagio che è tornato zoppicando dal Sudamerica, dove si è seduto sul trono dei bomber della Celeste e al contempo si è ‘guadagnato’ un paio di mesi di stop. Due pessime notizie per il tecnico, che contava su entrambi i giocatori per la trasferta di Catania e ora si trova costretto a delle scelte quasi obbligate.

Tutti speravamo che la sosta avrebbe fatto bene al gruppo nerazzurro in vista della ripresa al Massimino, però la sfortuna ha voluto lasciare nuovamente la sua impronta ad Appiano Gentile. Davvero un peccato per Coutinho, che anche nel 2010 era stato bloccato da un guaio muscolare (non starà esagerando con la palestra?) e proprio nel momento in cui sembrava che l’allenatore potesse concedergli qualche occasione, ecco il nuovo stop. Un mese, non di più, però non ci voleva. Più grave l’infortunio del Cacha, che in pratica, dopo la Champions per questioni burocratiche, si tira fuori anche dalla lista del campionato. Ci rivediamo tra due mesi, dunque, sperando che Milito, Pazzini e Zarate riescano a non farlo rimpiangere. Sponda Cou c’è poco da aggiungere, ma sul fronte Forlan vorrei sottolineare un aspetto che sovente torna sulle vetrine mediatiche: gli infortuni con le nazionali.

Thiago Motta era stata l’ultima vittima delle convocazioni, il suo problema muscolare è infatti capitato con la maglia azzurra, e a pagarne le conseguenze è stata l’Inter che non lo ha potuto schierare a lungo. Stesso discorso per Forlan, partito ‘sano’ alla volta del Sudamerica e tornato con un brutto infortunio. Chi dovrà pagare le conseguenze di questo episodio? L’Inter, ovviamente. Non sono tra coloro che sostengono che le Nazionali non servano a nulla, ci mancherebbe. La propria bandiera va tenuta sempre alta, issata sopra le altre se possibile. Ma allo stesso tempo non mi convince il fatto che i club, non solo l’Inter, debbano raccogliere i cocci sparsi da altri, proprio loro che sono i veri datori di lavoro dei calciatori, li pagano profumatamente e su di loro investono notevoli risorse. Un infortunio in Nazionale è un danno per la società, che oltre a non poter schierare, per un periodo di tempo variabile, un proprio elemento, gli deve corrispondere uno stipendio e deve talvolta trovare un sostituto. Danno economico e tecnico, dunque, provocato all’esterno della propria area di competenza.

Non potendo impedire a un calciatore di giocare con la propria rappresentativa, è giusto tutelare i club che concedono il nulla osta alle convocazioni. La Fifa ha il dovere di farlo, visto che sono i soldi delle società, e non delle Nazionali, a far funzionare questo giocattolo che è il calcio. Quindi? Se un giocatore si infortuna, c’è poco da fare, bisogna aspettare che si riprenda. Ma chi subisce il danno deve avere un risarcimento, economico nella fattispecie perché alternative non ne esistono. Pertanto, le Federazioni dovrebbero ‘assicurare’ ogni convocato e, nel caso fosse vittima di infortunio con la propria Nazionale, finanzierebbe le cure mediche e un’eventuale sostituzione, oltre che pagarne parte dello stipendio per il tempo di immobilità. Fissando un risarcimento in base a questi criteri, forse un minimo di giustizia verrebbe fatta. Altrimenti ci si troverebbe di fronte a situazioni come quella del Bayern Monaco, che ha chiesto alla Federcalcio olandese un risarcimento per l’infortunio che ha tenuto a lungo lontano dai campo Arjen Robben, un patrimonio del club bavarese, ‘spremuto’ al Mondiale nonostante un infortunio in corso.

Fissare dei parametri sarebbe logico e la Fifa dovrebbe darsi una mossa. Se ci fossero delle regole chiare, oggi l’Inter potrebbe essere risarcita dall’Uruguay per i due mesi di forzata pausa che attendono Forlan, e così sarebbe stato anche per Thiago Motta con la Figc. Certo, un risarcimento economico non allevierebbe a Ranieri il peso della loro assenza sul rettangolo di gioco, ma il club di Corso Vittorio Emanuele potrebbe trovare un motivo per non maledire all’ennesima potenza le convocazioni in Nazionale dei propri campioni. Speriamo che qualcosa si muova in questa direzione, non solo per l’Inter che concede alle chiamate dei Ct molti suoi giocatori, ma anche per altre società che si vedono costrette, ogni volta che giocano le Nazionali, a fare tutti gli scongiuri del caso per riavere il proprio patrimonio sano e salvo.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Ven 14 ottobre 2011 alle 19:00
Autore: Fabio Costantino
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