I problemi dell'Inter? Sono sia fisici che psichici. Lo sostiene la Gazzetta dello Sport, che spiega: "Giovedì è bastato calare di intensità che il Southampton ha preso il sopravvento fisico ed emotivo. Il tasto della preparazione atletica è dolente. Già da quest’estate, con Roberto Mancini, e passando per il lavoro di Frank de Boer. Non si può sapere se esistono colpe o se i due allenatori hanno lavorato al massimo sulle capacità dei giocatori. Fatto sta che l’Inter dopo un’ora di gioco spegne le luci, accosta e aspetta. In questi casi, solitamente, emergono la garra e la saggezza dei leader. A parte Gary Medel, è difficile trovare qualcuno che rientri in entrambe le categorie. Il cileno, consapevole dell’avversario, è stato l’esempio fin quando è rimasto in campo. Handanovic lo ha seguito sul piano della leadership, parando, guidando e tenendo alto il tasso di concentrazione. Un po’ Perisic anche. Ma è proprio in momenti come questi che ci si aspetta lo scatto di elementi di esperienza. Icardi e Miranda, per esempio". 

"Alla squadra manca fiducia nel destino e fiducia nei propri mezzi - sostiene la rosea -. Vincere aiuta a vincere e perdere può assuefare alla sconfitta. E’ il torpore che si deve evitare, quello che porta a un lento decadimento. In questi primi tre giorni con Vecchi alla guida, mormora lo spogliatoio, la voglia di fare c’è stata. Eccome, voglia di ascoltare, mettersi a disposizione, proporsi. Sarebbe un buon punto di partenza per lenire i dolori e addomesticare il nero che avvolge la mente. Ma fuori dal campo, il futuro non sembra progettare continuità. Arriverà un altro allenatore e toccherà a lui".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 05 novembre 2016 alle 09:58 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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