All'Arechi c'è sempre una grande atmosfera, di quelle da tremare le gambe. E può anche capitare, talora, che qualche imperfezione tecnica nell'efficacia verticale delle scelte decisionali conduca l'Inter in un binario annebbiato. I nerazzurri pressano alto e sin dai primi 2' di gioco fanno capire alla Salernitana le loro intenzioni. Ma i granata capiscono che devono sopravvivere i primi 15' per riprendere il filo del discorso e proiettarsi in avanti a caccia di una possibile situazione insidiosa. Così accade con Kastanos, Dia e Cabral, molto attivi. Mentre il Biscione è poco efficiente sottoporta, quando Sanchez scaraventa alle ortiche il vantaggio sul sinistro. Il grande spolvero nella gestione del giro palla inzaghiano non si vede, anzi, qualche incertezza valutativa appare con molta frequenze.

TRA BLOCCHI E INDECISIONI. La truppa di Sousa gioca con un'aggressività arrembante, perché le squadre che vogliono salvarsi sono sempre così e anche il tecnico è consapevole che serve una reazione. Le pedine nerazzurre appaiono tutto fuorché sciolte e nella seconda fase di primo tempo sono lente nel ribaltamento della manovra e prevedibili ad ogni tentativo di incursione. Il mancino del cipriota Kastanos, scuola Juve, spaventa la porta di Sommer, ma trova la deviazione anticipatoria di De Vrij. La rapidità di Dia sulla trequarti scombina i piani delle coperture preventive dell'assetto arretrato nerazzurro. Serve di più: l'ingrediente della circolazione rapida e del cambio lato viene utilizzato con buona frequenza dalla Salernitana, con l'Inter poco propensa alla sveltezza decisionale che una tale aggressività imporrebbe. Non solo: il magnetismo difensivista permette alla formazione di casa di difendersi rischiando il giusto, quantomeno nel primo tempo.

SOLITO TANGO (CON IL TIMBRO DEL TORO). L'avvio di ripresa è sulla corsia della conclusione della prima frazione. Ed ecco che entra in gioco il timbro del Toro Lautaro Martinez: entra sempre lui nel vivo del gioco, sempre nella posizione prediletta per colpire. Una traiettoria pulitissima, una conclusione bellissima, sparigliata nel sacco dal dieci nerazzurro con un tocco sotto che è meraviglia per gli occhi. Sempre puntuale al posto giusto. Ci pensa sempre l'argentino, per poi ripetersi come un membro della catena di montaggio. La fatica, comunque, è stata tanta, registrando una rincorsa costante e continua alla corsa granata. Il raddoppio è sintomo del posizionamento perfetto: aspetta il pallone in quel punto, e non perdona. Poi dal dischetto beffa Ochoa calciando centralmente. E c'è anche il tempo del poker! C'è un uomo solo al comando, ha la maglia numero dieci. Lautaro Martinez, immarcabile!

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 01 ottobre 2023 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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