Un passaggio diretto agli ottavi di Champions League che per l’Inter è quasi ipotecato: basta solo un punto, da ottenere contro il Monaco nell’ultimo match in programma mercoledì sera a San Siro, per evitare a priori i calcoli logaritmici legati ai risultati delle tante concorrenti e certificare la presenza nelle prime otto della competizione, sfruttando al meglio la caratteristica principale di questo nuovo format che continua a far discutere e mettere su due schieramenti opposti tifosi e addetti ai lavori tra pro e contro: la possibilità di saltare gli spareggi e accedere direttamente agli ottavi di finale, il che significa avere l’enorme opportunità di tirare un po’ il fiato ed evitare due partite che altrimenti sarebbero state pesanti, visto e considerato anche che sarebbero state incastrate in una fase chiave del campionato dei nerazzurri.
Nel gelo di Praga, contro lo Sparta, è arrivata l’ennesima vittoria di misura nella campagna europea di Simone Inzaghi. Un 1-0 firmato dalla gemma di Lautaro Martinez, chissà perché non considerata degna di essere candidata per il titolo di gol della settimana, e poi mantenuto fino alla fine, correndo sì qualche rischio ma anche confermando quello che è il leit motiv di questa Champions: in un torneo che si è rivelato una vera e propria saga del gol, l’Inter ha deciso di andare avanti per la sua strada peculiare, ovvero quella delle vittorie con pochi fronzoli, della gestione finché possibile oculata del risultato anche creando altre occasioni per segnare ma anche concedendosi qualche brivido di troppo, dell’obiettivo da centrare nella maniera più diretta possibile. Solo contro la Stella Rossa, l’Inter è uscita da questo copione, opinabile finché si vuole per i 'giochisti' o per quelli abituati a vedere l’Inter in versione palla da demolizione, ma che si è svelato alla fine in tutta la sua efficacia.
E che soprattutto, ha portato benefici non da poco nelle casse del club nerazzurro, visto che la nuova formula adottata dalla UEFA per le sue competizioni per club ha portato anche ad una nuova divisione degli introiti decisamente più fruttuosa per le partecipanti, come ha sottolineato sornione anche l’ad del Monza Adriano Galliani quando afferma che questo nuovo sistema non piace in primis a chi è fuori da esso. Sono già 85, infatti, i milioni guadagnati dall’Inter dopo sette turni di Champions, che potrebbero aumentare di un altro paio in caso di successo contro i monegaschi. Con un grande sogno: arrivare alla finale di Monaco di Baviera il prossimo 31 maggio e magari mettere le mani, insieme alla Orejona, su tutto il piatto da 140 milioni di euro garantito a chi trionferà all’Allianz Arena, ai quali vanno aggiunti i vari annessi e connessi tra biglietti e market pool.
I classici due piccioni con una fava, ottenuti con un’abilità che non è propria solo della squadra in campo, ma anche della squadra alle spalle di chi indossa la maglia: quella della gestione mirata delle risorse tecniche ed economiche, perché non dimentichiamo che questi risultati, così come quelli delle annate precedenti, sono arrivati anche a dispetto di impegni di cash flow moderati per non dire di basso livello, rivolgendosi spesso e volentieri all’area dei parametri zero e con un’oculatezza sugli investimenti nel mercato che però continua a fare storcere il naso a più d’uno a prescindere dal rendimento.
Adesso che però l’obiettivo esiziale di questa prima parte di stagione (perché alla fine arrivare nelle prime otto d’Europa, per i motivi illustrati prima, era in cima alla lista delle priorità di Inzaghi), è messo virtualmente in ghiaccio, arriverà il momento di abbandonare la velocità di crociera e cominciare a vedere l’Inter che fa rombare a pieni giri il proprio motore? Certo, va considerata l’anomalia di una stagione che terminerà in piena estate negli Stati Uniti, ma è altrettanto presumibile che ora il livello della competizione si alzerà e probabilmente il gioco guardingo sarà meno utile alla causa. Simone Inzaghi, negli anni, ha dimostrato nella maggior parte delle volte di saper imprimere la rotta giusta adeguandosi alle situazioni, vedremo e attenderemo fiduciosi.
E soprattutto, arriva finalmente il momento per la dirigenza di poter pigiare sull'acceleratore in chiave squadra del futuro? L’evidenza dei fatti delle ultime settimane ha confutato il teorema, peraltro ancora sostenuto da taluni con forza, che l’Inter possa vantare due squadre se non di più. Potrebbe arrivare un rinforzo a fine mercato, ma sempre rispettando determinati parametri. E nel frattempo l’Inter guarda sempre più agli acquisti in prospettiva, anche pensando all’operazione sempre più concreta della squadra Under 23. Ma intanto l’età media della rosa rimane la più alta del campionato e anche la politica dei free agent quest’anno pare aver mostrato qualche crepa di troppo.
L’estate 2025 può essere un’occasione utile per un’operazione di maquillage importante alla squadra che possa anche aiutare a tenere vivo il ciclo vincente, resta da capire se Oaktree permetterà a Beppe Marotta di cogliere questo impulso (anche se gli indizi su Nico Paz e l'offerta per Petar Sucic sembrano promettenti in tal senso). Anche per dare a Inzaghi un premio per questi anni in cui, con poco, ha saputo creare una squadra capace di prendersi elogi a livello globale.
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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