Soppesa la speranza e il timore, ogni volta che tutto sarà incerto fai pendere l’ago in tuo favore, credi ciò che preferisci, avrà giustamente confessato Bílek ai suoi ragazzi. Un animo grande obbedisce alle divinità e si sottomette senza esitazione a tutto quel che la legge regolatrice dell’universo prescrive. Gli Accademici di vecchia scuola sostengono che la felicità può anche infilarsi nei meandri dell'avversità, con audace virtù. Vestire il costume di vittima sacrificale non è di certo nelle intenzioni del Viktoria Plzen. Per il pigro la fatica è un supplizio: così il solco scavato dai cechi è il contenimento accorto. Posizioni ordinate, esposizione alla costante copertura degli spazi offensivi. Il dominio territoriale nerazzurro ha il marchio del controllo: la punizione di Brozovic murata e la girata di Acerbi intercettata da Stanek sono i primi squilli alla tana del Plzen. L'attesa è una meta precisa: il sapiente l'avverte ondeggiando nell'incertezza di un avvenire contingente.

IL CECCHINO E LA VITTIMA CECA. L'istante atteso fremente arriva al 20': Dzeko punta il mirino sull'angolo lontano e traccia un piattone chirurgico che bacia la rete dopo un'azione telecomandata percorrendo i lati e la corsia centrale. In senso assoluto il valore è un principio morale. L'impulso comportamentale del Viktoria cambia solo in linea teorica. La sventura ceca risiede in quei numeri spietati: è la decima rete del centravanti bosniaco in nove confronti con il Plzen. Un cecchino letteralmente infallibile e implacabile. Consapevole di voler applicare con tutte le risorse della mente il dominio interiore, la banda inzaghiana non può di certo accontentarsi. Fioccano gialli nelle pedine casalinghe e il pubblico applaude ad ogni intervento, anche il più elementare, per accrescere la fiducia nell'animo dei propri beniamini. Il quattro contro uno che si è crea a fine primo tempo nel contropiede innescato da Brozovic per Dzeko non va a compimento per l'imprecisione bosniaco-armena.

LA SEGRETA TRACCIA. Non archiviare la pratica con istanza definitiva potrebbe rinsaldare il presupposto di rincorsa dei padroni di casa. Che si slegano nella struttura d'approccio della ripresa, ma l'imprecisione dell'ottica nerazzurra in fase finalizzativa tiene tutto in bilico. La segreta traccia aumenta il calibro verso Milano quando Bucha viene espulso per un'entrata durissima su Barella. I cechi si svuotano d'ogni paura, riversandosi sulle palle inattive per riequlibrare le sorti di un canovaccio che nei manuali della cruda teoria pare già scritto, ma possiede le coordinate in incognito. Perché l'Inter un pochino le distanze le perde, qualche piccolo brivido percorre la schiena di Inzaghi, fino a bissare il vantaggio con Dumfries, ben servito con la coda dell'occhio da Dzeko nella percorrenza delle inevitabili praterie lasciare sguarnite dai custodi di casa. È il sipario di tre punti vitali per crederci fino in fondo nella qualificazione agli ottavi.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 14 settembre 2022 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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