L'Inter corre forte e l'autorevolezza è certificata da un andamento praticamente perfetto. Gli ingredienti identitari sono sempre stati la tranquillità e la serenità per far stare tutte le pedine ancorate alla titolarità. Tenere costantemente la barra dritta è un valore aggiunto alla lotta qualitativa e agonistica. L'avvicinamento progressivo è un ampio turnover che comunque non spaventa i tifosi interisti perché il precetto è sempre stato il seguente: "Tutti devono sentirsi importanti ed è fondamentale che anche le riserve abbiano la piena fiducia di Inzaghi. Il lato tecnico sta fornendo a tutto il mondo una chiara proiezione di un gioco che collega traiettorie lucide e sempre chiare. Gestione dei momenti: Asllani in regia comprende le istantanee per aumentare il ritmo, tornare indietro o sventagliare da un fronte all'altro. E fa girare la macchina molto bene. La sua invenzione per il vantaggio di Lautaro Martinez è splendida, un'illuminazione della manovra per tagliare in due (come il coltello nel burro) la retroguardia del Lecce, che tra l'altro si è mossa malissimo nella circostanza.
IMPULSI DAVVERO ENERGICI. Gli spazi in campo aperto costituiscono fondamento significativo della sfida del Via del Mare. Esiste un piacere imparentato con i sentimenti. Deve essere ricercato nello stesso momento in cui si avverte la spiritualità di una dimensione trascendente. Per ripristinare negli occhi il sentimento della fantasia, c'è da infilarsi nell’inesauribile forza della ragione. L'Inter conosce l’appiattimento dietro al serbatoio, lo detesta. Nel manuale bipartito onde elettriche in tensione e baricentro come misura di pedine scatenate in avanti. E di fronte a loro s'allarga il brullo della collina. Tutto intorno, nei contorni del placido vivere, una consapevolezza che è pura passione, furiosa manifestazione della natura. E i ritmi s'infiammano senza soluzione di continuità, tra un attacco leccese e una ripartenza nerazzurra, e viceversa. Limpidi manifesti quando le azioni si diradano in quel fascio di luce avvincente.
COSA CHIEDERE DI PIÙ? La sostanza è una ripartenza continua. Un meccanismo perfettamente funzionante, quello nerazzurro. L'Inter attacca ma ragionando e fraseggiando nello stretto e costruendo occasioni in ripartenza. Le forze si sgretolano ogni minuto che passa ma la volontà è in bilico. Il copione è il medesimo ancora una volta: triangolazioni volanti e gli avversari vanno in affanno appena perdono il pallone. Il piccolo tempo di adattamento allo stile di gioco è quasi una propensione per legare la manovra. Lautaro ne fa due, Frattesi inventa e segna, le esecuzioni sono straripanti. Si vede quando la squadra affonda, fraseggia, si getta nella profondità che è un vortice. Il centrocampo nerazzurro, nonostante le assenze pesanti, è sempre lucidissimo. Il ritmo è una parvenza dello spazio, da divorare per colpire nel migliore dei modi. La caparbietà di tenere il risultato è altissima. Tutti per uno, uno per tutti: i sensi di corrispondenza di chi fornisce i contributi eccellenti alla causa nerazzurra. Altro mattone bello pesantissimo. Cosa chiedere di più?
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