In attesa. Tutti ad aspettare che qualcuno ci svegli e ci dica che è tutto un brutto sogno. Un dannatissimo incubo. No, non ce l'ho con Gasperini, ci mancherebbe altro. Il buon Gian Piero è un buon allenatore, con tanti pregi e qualche difetto. Uno come tanti. Ma, forse, è proprio questo il problema.

L'Inter, la squadra campione del mondo in carica, non è una squadra come le altre. E' una big, e, tra le big, la più particolare. Non neghiamocelo, ragazzi: chi di noi è soddisfatto di questo inizio stagione 2011/2012? In pochi, credo, risponderebbero positivamente. Leonardo prende e se ne va, e noi rimaniamo orfani di una qualsivoglia guida tecnica. Ci arrovelliamo il cervello per giorni, settimane. Chi viene? Marcelo Bielsa? Buono, il Loco, un po' particolare, ma sa far giocare le sue squadre. E poi ha carisma da vendere ed è amato dai suoi. Niente, adios Bilesa: problemi personali più che tentazione Athletic Bilbao. Giusto, che dico, c'è in caldo André Villas-Boas, lo Special Two (anche se con Mourinho ha rotto da tempo): eh, però André costa 15 milioni, troppi troppi. Non per il Chelsea. Eccolo chi conosce l'ambiente: Sinisa Mihajlovic. Un nome, una garanzia. Stop: i Della Valle non transigono. Peccato, però c'è Fabio Capello, un vero sergente. Ovunque è andato, ha vinto. No, la Football Association non lo molla. Uff... Chi resta? C'è quello bravo bravo che allena la Turchia, Guus Hiddink. Ci proviamo? Magari per un part-time tra club e nazionale. Porte chiuse anche dai turchi. E allora? C'è sempre Gian Piero Gasperini.

Ecco, appunto. Un conto è puntare dritti verso l'obiettivo, un altro arrancare alla ricerca. Non sarà stato così, ma l'impressione è questa. Qualcuno dirà: anche Allegri veniva dal Cagliari. Certo, dico io, ma all'Inter non si vince come al Milan. I nerazzurri hanno vinto all'ultima giornata lo Scudetto con la squadra poi campione di tutto; i rossoneri hanno fatto passerella con una rosa poco mutata dagli anni precedenti in cui aveva preso vagonate di punti dai campioni d'Italia. Insomma: l'Inter, per vincere, deve essere tanto, ma tanto più forte degli avversari. La storia ce lo insegna.

E allora ecco perché partiamo male. Mercato fermo, ci si consola con le mancate partenze dei vari big. Almeno per il momento. Sono troppo drastico? Forse. Ma mi fanno imbestialire quelli che sanno dire solo: “Se si fosse chiamato Gasperinho, ora sarebbero stati tutti d'accordo”. Ma che cavolo significa? L'Inter ha vinto con Mourinho e con Mancini, mica con Mourinho e Mancinho. Se uno è bravo, è bravo. Questa ipocrisia dal retrogusto nazionalistico la lascio a chi ci capisce poco e non sa cosa dire. Troppi 15 milioni di clausola per Villas-Boas? Bah, fosse stato per me, avrei evitato di fare mercato e mi sarei assicurato un talento vero della panchina. Solo due anni di carriera per André? Certo, ma ha stravinto (e non solo vinto) il campionato portoghese, la coppa nazionale, la supercoppa nazionale e l'Europa League. Il Porto è forte? Certo, ma vi siete chiesti il perché? In sostanza, l'ossatura è quella degli anni precedenti. In più, Villas-Boas gli ha restituito tattica, anima e qualche elemento dimenticato (per chi non lo sapesse, Guarín era stato dirottato in seconda squadra, Moutinho era in fase calante dopo l'exploit allo Sporting e lo stesso Falcão non aveva mai impressionato, giusto per citarne alcuni).

Ripeto: non me ne voglia Gasperini, che magari farà benissimo, ma le premesse non ci sono. Le premesse disegnano uno sfondo tetro, in cui l'Inter punta a sopravvivere e non a essere protagonista. Ci serve una scossa, un colpo di coda. Mi fa ben sperare questo continuo traccheggiare della dirigenza nell'annunciare il nuovo tecnico. Magari davvero stanno lavorando sottotraccia a qualcosa di grande (Hiddink? Blanc?). Magari davvero riusciranno a stupirci. Ho voglia di rivedere il Moratti innamorato, quello che prende in mano la situazione e sorprende tutti in contropiede. Come quando, in pochi giorni, affilò uno dopo l'altro Lucio, Eto'o e Sneijder.

Vi prego, svegliatemi. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 23 giugno 2011 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print