I detrattori dicono che sinora l'Inter abbia avuto un calendario agevole. Il rumore dei nemici per dirla alla Mourinho, quello vero. In dieci giornate la Beneamata ha battuto 2-0, senza sporcarsi, il Monza giustamente elogiato da tutti. Ha vinto senza se e senza ma a Cagliari alla seconda, quando la Sardegna Arena era considerata tana difficile da violare. Poi i nerazzurri hanno rifilato un poker servito alla Fiorentina che proprio scarsa non appare. E i cinque squilli nel derby? Come giudicare quel dominio contro i rossoneri che secondo un loro ex allenatore giocano un calcio europeo? La vittoria e la prestazione contro la Roma di Lukaku che sino a domenica aveva segnato in quasi tutte le gare disputate con la maglia giallorossa? No, l'Inter non ha avuto finora un calendario agevole, affrontando anche Salernitana ed Empoli in trasferta e Sassuolo e Bologna al Meazza, dove le due emiliane si sono portate a casa quattro punti sanguinosi che hanno bloccato sul nascere un possibile tentativo di fuga da parte della banda Inzaghi.

Detto questo, è vero che da oggi per l'Inter la strada inizi a salire. Alle 18 i nerazzurri di Milano fanno visita ai nerazzurri di Bergamo. Cinquanta chilometri di tragitto per una trasferta che da sempre somiglia ad un appuntamento dal dentista. Simone Inzaghi dovrà essere bravo a somministrare virtualmente l'antibiotico giusto per uscire senza gonfiori dal ristutturato stadio dell'Atalanta. Nonostante non ci sia stata fuga quando invece si pensava si potesse allungare, l'Inter è comunque prima da sola con due punti di vantaggio sulla Juventus, tre sul Milan, sei sull'Atalanta e ben sette sul Napoli campione in carica. Sarebbe fondamentale almeno mantenere questi distacchi, aumentando di conseguenza quello sui bergamaschi, prima della trasferta europea di mercoledì prossimo a Salisburgo, dove una vittoria sancirebbe il matematico passaggio agli ottavi di finale di Champions League con due turni di anticipo. Poi domenica 12 novembre l'Inter sfiderà a San Siro il Frosinone prima della sosta per gli impegni delle Nazionali.

Quando si tornerà in campo, ecco le grandi tappe di montagna che corrispondono alla trasferta dell'Allianz Stadium contro la Juventus che, senza gli impegni infrasettimanali, questo scudetto lo inizia ad annusare e al “Maradona” contro un Napoli che, nonostante il ritardo e qualche problema interno dopo l'addio di Spalletti, rimane una squadra molto forte come ha dimostrato il secondo tempo disputato contro il Milan. Il solito rumore dei nemici in chiave moderna continua a insistere sul fatto che questa Inter sia la più forte del campionato e che, quindi, abbia l'obbligo di conquistare scudetto e seconda stella. Sono gli stessi che invece parlavano di un'Inter indebolita dopo un mercato che aveva fatto registrare le partenze di giocatori importanti come Skriniar, Onana, Brozovic, Gosens, Dzeko, Lukaku. Per ovvie ragioni non mettiamo nel novero Gagliardini e Correa che, comunque, facevano parte della splendida cavalcata europea che aveva portato l'Inter a giocarsi una emozionante e sfortunata finale di Champions dopo tredici anni.

Se il possibile indebolimento ora porta invece a considerare la Beneamata come squadra da battere, vuol dire che la società ha saputo fare le scelte giuste per consegnare a Inzaghi una squadra comunque altamente competitiva, pur rispettando l'ormai famoso concetto di sostenibilità finanziaria tanto caro a Giuseppe Marotta che interpreta il pensiero di una proprietà che non sembra abbia voglia di mollare, almeno a stretto giro di posta. Il calcio è però bello o brutto, a seconda di quello che poi realmente potrà succedere, perchè le parole e le analisi se le porta via il campo. Vincere aiuta ad alimentare convizione e autostima, basta un passaggio a vuoto per rimettere tutto in discussione. Le vie di mezzo, purtroppo, non hanno diritto di cittadinanza quando il pallone rotola ogni tre giorni.

Dimenticare quindi la vittoria dai mille significati contro la Roma di Mourinho e Lukaku, concentrarsi sulla trasferta odierna al Gewiss Stadium di Bergamo. I nerazzurri di Milano sono attesi da un dentista che non si preoccuperà di non provocare dolore al paziente. Si chiama Gian Piero Gasperini, un grande allenatore passato senza fortuna dalla Pinetina e che quando affronta l'Inter, cova sempre la sua personale vendetta sportiva.

Parola al campo, allora. Dove l'Inter di Simone Inzaghi ha finora dimostrato di essere molto forte.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 04 novembre 2023 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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