Affidare l’Inter versione 2011/12 a Gasperini non mi era sembrata una cattiva idea. Certo, la famigerata difesa a tre poteva rappresentare un problema  ma Il tecnico di Grugliasco aveva dimostrato in passato di possedere una certa duttilità. In più, primi rumors che dallo spogliatoio sono giunti alle mie orecchie mi raccontavano di un mister diametralmente opposto al presuntuoso Benitez, e capace di instaurare un dialogo più proficuo rispetto anche a Leonardo. Dopo Pinzolo arriva Pechino e nonostante la sconfitta, il buonissimo primo tempo sommato alle tante e importanti assenze ci permettevano di mantenere una certa dose di ottimismo.
Evidentemente queste buone basi di partenza non sono bastate.  Dal ritorno a Milano infatti qualcosa si rompe. Eto’o inizia a mostrare una certa sofferenza tattica, a Sneijder viene comunicato che potrebbe essere sacrificato per ragioni di bilancio, i nuovi acquisti tardano ad arrivare, i sudamericani faticano a entrare in forma dopo la Coppa America e il numero degli infortunati continua a rimanere significativo nella quantità e nella qualità dei protagonisti. Come se non bastasse, la percezione che i tifosi hanno della Benamata, anche per colpa dei soliti media particolarmente attenti a creare “casi” attorno alla squadra, è di una società che sta smembrando. In poche parole Gasp prova la famosa “centrifuga” di Trapattoniana memoria. Per i lettori più giovani ricordiamo che con questo termine il buon Giuan intendeva tutte le pressioni che sommergono in stile “tsunami” l’allenatore di turno chiamato a sedersi su una panchina particolarmente calda come quella nerazzurra. Gli allenatori che hanno saputo convivere ( trasformando il tutto in una variabile positiva) con questo status si contano sulle dita di una mano. Gasperini  è solo l’ultimo di una lunga serie di inabissati che rischia di allungarsi sempre di più soprattutto dopo l’addio di Mourinho. i centrifugati del pre Mou hanno, infatti,  dovuto confrontarsi “solo” con un clima non semplice ma non avevano da fare i conti con il più ingombrante fantasma della storia nerazzurra. Dopo il 22 maggio 2010,  abbiamo testato tre tecnici. Benitez, comunque pessimo sotto il profilo tattico e  umano, si è fatto corrodere da una gelosia e da un’invidia tali verso il Vate di Setubal che lo hanno portato a strafare con il gruppo e successivamente a sbottare nella serata dei festeggiamenti per la vittoria del Mondiale per club; Leonardo dopo una luna di miele durata tutto sommato poco è stato sopportato fino alla vittoria della Coppa Italia quando il mister ha maturato definitivamente l’idea di accettare le avances d’oltralpe;  Gasperini, è storia recentissima, è stato travolto dal sistema dimostrando una confusione pazzesca dopo solo un paio di mesi dall’inizio del suo mandato. In cinque uscite ufficiali nessuna vittoria, quattro sconfitte e un pareggio in casa con la Roma, e i casi Sneijder e Pazzini che sono pesati come macigni sulla scelta di Moratti. Da oggi tocca a Ranieri. Claudio da Trastevere è stato in grado di resistere alle sollecitazioni sia dell’ambiente Romano sia quello della Juve post serie B ma si sa, Milano è un’altra dimensione. Una cosa è certa: Gasperini, come Delio Rossi o altri allenatori bravi ma che non hanno mai vissuto esperienze ad altissimi livelli rappresentano per definizione una scommessa. Adesso l’Inter ha bisogno di un “normalizzatore”. Un buon allenatore che senza inventar niente, senza applicare scelte cervellotiche, riesca a concludere la stagione in modo positivo ottimizzando al meglio le risorse umane a disposizione. Buon lavoro Sor Claudio e...attento alla "centrifuga"!

BoA

Sezione: Editoriale / Data: Gio 22 settembre 2011 alle 00:01
Autore: Andrea Bosio
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