Mi trovo a dover commentare una situazione paradossale. Potrei ignorare il tabellone del San Paolo e concentrarmi sulla prova di personalità dell'Inter in casa del Napoli, con ottime cose dalla metà campo in su, un possesso di palla ordinato e intelligente e una costante pressione offensiva sulla retroguardia partenopea. Invece prendo in considerazione il risultato e penso di aver visto un'altra partita, in cui quella ospitante ha demolito l'ospitata. Nel punteggio, non nel gioco. E invito chi non ha potuto sintonizzarsi sulla partita e si sta facendo un'idea solo basandosi sul 4-2 finale, a non farsi trarre in inganno.

Non so davvero spiegarmi, pertanto, come sia possibile uscire con le ossa rotte dal campo dopo aver imposto il proprio gioco per lunghi tratti della sfida. Anzi, sì, credo di poter dare una spiegazione. Come domenica scorsa contro il Parma, non c'è filtro a centrocampo e ogni ripartenza avversaria è sanguinosa. Solo che se i gialloblù hanno sfruttato solo in parte il balletto difensivo nerazzurro, i partenopei hanno banchettato: 4 reti, un palo e un rigore sbagliato, a conferma che dietro, non solo per colpa dei singoli, questa Inter una barzelletta. Neanche il futebol bailado e toda alegria di Leonardo portava a simili 'orrori' e quel che più preoccupa è la difficoltà di Mazzarri a puntellare la difesa senza impoverire l'attacco.

Mantenere un atteggiamento offensivo di squadra (vista l'assenza di attaccanti mortiferi) non si sposa con una protezione difensiva adeguata. Con questa impostazione, e anche Mazzarri (tatticamente ottimo dalla cintola in su) ha le sue responsabilità, la rincorsa al terzo posto è meglio lasciarla ad altri, come il Napoli stesso (altrettanto imbarazzante dietro) o la Fiorentina, assai più equilibrati in generale. Questa Inter al momento, pur ottenendo consensi per la personalità, denota palesi scompensi organizzativi nella propria metà campo, al punto da patire ogni singola ripartenza avversaria.

Se a questo si aggiungono gli svarioni dei singoli, la frittata è già sul tavolo fumante: l'assist di Nagatomo per Higuain e la frivolezza di Campagnaro sul contropiede finalizzato da Mertens sono lo specchio dei cali di concentrazione già evidenziati nelle scorse settimane. Finora erano costati tanti pareggi, ora ci si scontra con l'amarezza della sconfitta nella serata meno adatta, uno scontro diretto.

La terza piazza oggi è lontana, inutile girarci intorno. Nulla è finito, ci mancherebbe, non siamo neanche al giro di boa. Ma a questo punto la riapertura del mercato deve essere la nostra bombola d'ossigeno, perché con l'attuale rosa serate come questa rischiano di ripetersi. Senza gli uomini adatti Mazzarri deve improvvisare e l'equilibrio non è un optional. Nessun tifoso interista può dirsi soddisfatto nonostante una buona prestazione, perché nel calcio i punti contano più delle buone impressioni. Serve gente pronta a dare subito il suo contributo, ma soprattutto servono specialisti nel proprio ruolo, perché gli adattamenti alla lunga vengono smascherati sul campo.

Pallone dunque alla nuova dirigenza: decida se vuole un'altra stagione di transizione, oppure crede che la zona Champions sia ancora raggiungibile. La lista della spesa di Mazzarri è sul tavolo: si acquistino però prodotti di marca, non surrogati. Altrimenti meglio restare così e godere delle prestazioni, tralasciando i risultati. Qualcuno si può persino accontentare.

 

P.S. - Non mi soffermo sulla prestazione di Tagliavento, sarebbe inutile rimarcarla. Diciamo che la sua designazione è arrivata al momento più opportuno, dopo lo scempio di Basilea-Schalke che avrebbe invitato qualsiasi designatore a farlo riposare. Ma per certi lavori, c'è solo Mister Wolf da Terni.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 16 dicembre 2013 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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