Le aspettative per un cioccolato gustosissimo sono state ridimensionate da una sorpresa a dir poco sconcertante. È stato questo il pomeriggio pre-pasquale dell’Inter e dei tifosi nerazzurri, che contro il Palermo hanno fatto una scorpacciata di dolcissimo uovo per poi scoprire che al suo interno non c’erano i tre punti sperati, bensì un misero e inatteso punticino. Un piccolo passo verso lo scudetto, sia ben chiaro, ma sul 2-0 in pochi avrebbero pensato di assistere al bluff interista del secondo tempo. O meglio, il vero bluff l’ha architettato Ballardini, illudendo Mourinho di avere a che fare con una squadra scarica, già in vacanza, che ha letteralmente regalato all’Inter tutto il primo tempo. E invece questo Palermo è ben diverso dall’anemica formazione scesa in campo durante i primi 45 minuti. Lo si è visto nella ripresa, quando complica la dormita interista ha piazzato prima e seconda stoccata nel giro di tre minuti, vanificando il doppio vantaggio (meritato) ottenuto dai ragazzi di Mourinho all’intervallo. Il calcio è anche questo, per vincere bisogna giocare ad alto livello 90 minuti, non bastano la metà. Una lezione di vita che, per fortuna, in onore del clima di serenità pasquale, è stata meno dolorosa di quanto temuto. Il Genoa di Gasperini ha infatti concesso il beneficio del dubbio al carattere nerazzurro, mettendo al tappeto la Juventus e consentendo all’Inter addirittura di guadagnare un punto sui bianconeri, portando a 10 lunghezze il margine di vantaggio.

C’è chi sostiene quanto certi dettagli, alla lunga, possano fare la differenza: in giornate in cui non dai il meglio di te, riesci comunque a portare a casa qualcosa di più degli avversari. È successo domenica scorsa, con il successo risicato di Udine ben oltre i propri meriti. La storia si è ripetuta sabato, con la rabbia di avere sprecato un’occasione unica affievolita, se non addirittura tramutata in soddisfazione, dal passo falso della diretta inseguitrice. Fa davvero paura questa Juventus, che conferma i suoi enormi limiti caratteriali nei momenti in cui bisogna azzannare alla giugulare l’avversario? Può la squadra di Ranieri ambire davvero a ostacolare la camminata trionfale dell’Inter verso lo scudetto? A volte i bianconeri hanno dato l’idea di esserne capaci, ma nel complesso i 10 punti che separano prima e seconda ci stanno tutti. Fa oltre modo piacere che a stendere la Juventus sia stato quel Thiago Motta che in via Durini stanno cercando di portare a Milano. Oggi più che mai la convinzione che si tratti di un grande giocatore, l’ideale per dare qualcosa in più alla mediana nerazzurra, è sempre più forte. Ha tecnica, intelligenza calcistica e si fa trovare pronto in zona gol. Un altro Cambiasso, con il sempre reverenziale rispetto per l’inarrivabile Cuchu, sia ben chiaro. Tatticamente, Motta farebbe la gioia di Mourinho, inutile nasconderlo. E l’interesse dell’Inter nei suoi confronti è ormai alla luce del sole. Sorge spontanea, a questo punto, una riflessione: com’è possibile, senza nulla togliere al bellissimo Genoa di Gasperini e Preziosi, che un simile talento sia stato snobbato dai club più ricchi e blasonati? Un campione così merita la vetrina della Champions League, nella squadra rossoblù o in un’altra che voglia scommettere su di lui. La speranza è che nel prossimo uovo interista sia proprio lui la sorpresa…
 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 12 aprile 2009 alle 10:33
Autore: Fabio Costantino
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