In principio era il verbo: andare. Poi venne il soggetto: Mazzarri. In seguito, la distanza geografica: lontano. Uniamo il tutto e viene fuori la litania che ci assilla ormai da mesi: “Mazzarri vattene”. Un’acredine, quella di una grossa fetta di tifo interista, che si spiega facilmente: mancanza di risultati.

L’interista è vittima di sé stesso. C’è frustrazione nel vedere un club vivacchiare a metà classifica pochi anni dopo aver conquistato le vette più alte. Dalle stelle alle stalle. Però solo pochi eletti riescono a vedere la situazione nella sua totalità. Il resto utilizza la solita scorciatoia italiana: trovare un capro espiatorio e vomitare su di esso sogni disattesi, malcontenti, irritazioni e insulti.

Walter Mazzarri non sarà il miglior allenatore del globo. Certamente, però, non è nemmeno l’ultimo arrivato. E la sua carriera è lì a dimostrarlo, senza ironia spicciola. Parlarne male, ormai, è lo sport più in voga tra i tifosi dell’Inter: quasi una moda del momento. Un tormentone non estivo. E chi non si aggrega non è un “vero interista”. Certo, la poca propensione di Mazzarri nell’esposizione orale o nei rapporti interpersonali non aiuta. In poche parole, l’allenatore toscano non è paraculo come molti altri suoi colleghi. Non si sa vendere. Al contempo, va detto che paga anche vecchie etichette che, per certi versi, erano giustificate. Ma l’alibi Mazzarri è enormemente pericoloso e rischia di offuscare la realtà.

La realtà ci parla di una società in difficoltà su vari aspetti e un organico di giocatori che non sta rispettando le attese. Thohir sta facendo i salti mortali per accontentare Platini e rischiare il meno possibile in materia di Fair-Play Finanziario. Al contempo, il distacco dalla gestione precedente è stato traumatico, tra decisioni ereditate e scelte dirigenziali complicate. Le sfumature stanno venendo a galla e non sarà in pochi mesi che la situazione tornerà a sorridere.

Tutti, poi, dimenticano i calciatori. Si critica Mazzarri, asserendo che non abbia mai vinto nulla in carriera. E cosa avrebbero vinto i calciatori dell’Inter attuale? Perché Ranocchia, Juan Jesus, Dodò, Icardi, Kovacic e compagnia vengono ritenuti dei campioni? Su quali basi? Qual è il fattore che fa dire che Mazzarri non sia adeguato e lo siano invece gli elementi della rosa?

Tutto ciò per dire che il problema è generale. Un esonero, oggi, al di là degli aspetti economici, sarebbe forse utile solo per togliere alibi (diretti o indiretti) a calciatori e dirigenza. Un sollievo momentaneo, come quello che può dare una pasticca in caso di carie. Ma per curare davvero quel dente, serve andare dal dentista. Tutto sta a capire se il problema risieda nella mancata igiene, nel tipo di spazzolino utilizzato oppure nel cibo che mangiamo. Va curata la causa, non il sintomo.

In principio era il verbo. Magari, con un po’ di intelligenza, si passerà anche a tutto il resto.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 11 novembre 2014 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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