Tutto prevedibile, già visto e inevitabile. L’Inter ha perso un’altra partita, la terza in meno di un mese, contro una formazione forte ma non in grande serata come la capolista, a seguito di una prestazione molto buona ma inconcludente. Il problema sta tutto qui. L’Inter, come già dimostrato questa stagione, quando affronta avversari forti non ha le stesse armi: gioca un calcio intelligente, apprezzabile per la modulazione con la quale prepara le partite ma sprovvista di campioni in grado di decidere i match.
L’aspetto frustrante è che non serve giocare bene, talvolta meglio, se poi non hai un fuoriclasse che ti fa vincere. Rispetto alle partite con Barcellona e Tottenham è stato fatto un passo avanti nella personalità ma non abbastanza da sovvertire un esito che in trasferta punisce sempre questa squadra.
La giustificazione è quella di aver giocato in casa della Juventus, il bicchiere mezzo pieno è quello di aver avuto diverse occasioni che avrebbero cambiato la partita ma se capitano a Gagliardini è più facile sbagliarle, con tutto il rispetto per un giocatore che ha anche disputato una partita più che accettabile in termini tattici e di quantità.
Nel primo tempo l’Inter aspetta la Juve e controlla le incursioni degli avversari, pericolosi soprattutto con Dybala al minuto 8 e 10. La gara è equilibrata e c’è personalità da entrambe le parti ma tra il 29° e il 31° Gagliardini e Perisic si divorano due gol. Nel primo caso l’errore è più che clamoroso, perché liberato da Icardi il centrocampista colpisce male il pallone e mette la palla nell’angolino dove trova il palo interno. Non va meglio due minuti più tardi perché il croato e Icardi si ostacolano a vicenda e alla fine un’altra occasione importante sfuma malamente. La Juve si rifa sotto ed è pericolosa con Mandzukic e Chiellini ma Handanovic è sicuro. L’equilibrio resta fino al termine del primo tempo dove il possesso palla è quasi pari, i corner sono cinque per parte, le conclusioni in numero maggiore per i bianconeri ma le occasioni migliori sono quelle dell’Inter.
Nel secondo tempo arriva un’altra occasione puntualmente sbagliata, questa volta da Politano che viene servito anche in questo caso da Icardi ma sciupa da buona posizione per l’intervento di Bonucci sulla traiettoria. Il livello resta alto e anche se i bianconeri alzano la pressione non fanno mai paura, lasciando pensare che in fondo il pareggio sarebbe il risultato più giusto, fino a quando a metà della ripresa Cancelo anticipa Vrsaljko e mette in mezzo dove Mandzukic arriva prima di Asamoah e realizza il gol decisivo. La classica distrazione costata, come ad esempio col Tottenham, una sconfitta evitabile.
Spalletti cerca di movimentare la partita inserendo Keita e Lautaro Martinez ma i due incidono poco e l’argentino, a pochi minuti dal termine, si ritrova una ribattuta omaggiata da Cancelo che calcia male all’angolo. Forse sarebbe stato preferibile inserire un centrocampista come Vecino al posto di Joao Mario, invece di mettere due mezze punte, squilibrando una squadra che ha infatti perso le distanze.
Quest’anno monta una frustrazione che nasce dal paradosso che l’Inter non è così pazza quando incontra squadre di alto livello, non riesce a toccare l’eccezionalità e difetta in precisione sotto porta. C’è ragione di credere e sperare che questa sia l’ultima stagione in cui l’Inter va a Torino senza potersela giocare alla pari e che finalmente arrivino i campioni che fanno la differenza a centrocampo. Non c’è un giocatore, a parte Brozovic, che abbia il passo, i piedi e il tiro per poter aspirare a grandi traguardi. Sanno tutti giocare a calcio ma senza qualcuno che spicchi. Se questa estate Modric fosse arrivato, probabilmente la sfida di questa sera avrebbe avuto un altro senso ed esito.
Resta una sconfitta incongrua con l’andamento del match ma la Juventus quest’anno, pur non entusiasmando, le vince sempre in questo modo, con la giocata di un campione o due per reparto. Uno di questi è Cancelo. L’Inter è stata costretta a non riscattarlo e se lo è preso una società più forte economicamente. Non a caso è da lui che è arrivata l’azione del gol decisivo. Logico che con questo stato delle cose non ci siano rivali per la Juve e che il campionato sia già finito da un pezzo.
Martedì sapremo se l’Inter col PSV sarà maturata e se avrà dal Barcellona quella fortuna che questa sera è del tutto mancata.
Amala.
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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