“Voglio rimanere all’Inter per costruire una squadra vincente”. Eccola la frase che aspettavo, ecco la dichiarazione che mi tranquillizza e mi fa guardare al futuro con ottimismo e occhi benevoli verso il progetto Thohir. Non avevo particolari dubbi sull’idea di Mancini di rimanere; lui è un vincente e, se ha accettato la panchina nerazzurra in un periodo tutto tranne che roseo, non lo ha certo fatto con l’incoscienza del pivello e l’entusiasmo irrazionale del ragazzino ma con la maturità dell’allenatore carismatico, navigato e vincente. Ovvio che sapeva che sarebbe andato incontro a delle difficoltà, ovvio che era a conoscenza del fatto che questa rosa deve essere rinforzata per diventare continua e competitiva ad alti livelli.

Ecco cosa fa la differenza, la capacità di costruire e di individuare sul mercato le situazioni che possono essere favorevoli alle casse societarie e al gioco della squadra. Mancio non si nasconde, ovviamente anche a lui stanno sfuggendo delle cose ma questa squadra non l’ha costruita né l’ha preparata, se l’è semplicemente ritrovata tra le mani e per conoscerla purtroppo ci vuole del tempo. Ho sentito critici e tiifosi saltare addosso a Mancini dopo il pareggio contro il Cesena e, più in generale, dopo la serie non entusiasmante di risultati nell’ultimo mese. Ma come possiamo permetterci di “affossare” Mancini?

Per carità la critica ci sta, sbagliano tutti e Mancio non fa eccezione, ma se abbiamo una garanzia in questa situazione è proprio l’allenatore. Piace Mancini, piace come si pone, come gestisce le situazioni e c’è da credere in maniera assoluta e granitica che se parla di possibilità di scudetto per l’anno prossimo non lo fa a vanvera. La storia insegna che la prudenza degli allenatori nelle dichiarazioni è assoluta e se uno come lui si espone in questo modo vuol dire che dietro le quinte qualcosa si sta muovendo e bene sul mercato dell’anno prossimo. D’altra parte io continuo a ricordare che il tecnico di Jesi ha portato gratis all’Inter gente come Cambiasso, Maxwell, Crespo, Veron e Julio Cesar con l’aggiunta di Maicon a pochi euro dal Monaco.

Mancini sa cercare, scegliere e cogliere le occasioni, da parte mia fiducia piena per la persona e per la sua storia. Quindi rallegriamoci della sua voglia di rimanere, perché sfido chiunque a pensare che lui sia contento di vedere alcuni errori individuali in campo. Che colpa ha se gettiamo al vento occasioni dopo una manovra costruita alla grande per un ultimo passaggio facile sbagliato di un metro? Oppure se regaliamo gol agli avversari perché sbagliamo il rinvio verso il difensore? Per me nessuna. Si parla di Touré, Jovetic, Kolarov e Pedro. Non so se i nomi saranno effetivamente questi ma il livello dovrà mantenersi su questi standard e se Mancini si sbilancia c’è da credergli. Sbaglio o a gennaio sono arrivati Podolski e Shaqiri quando a nessuno sembrava possibile? Sbaglio o si è puntato su Santon quando tutti, tranne Mancini e Ausilio, pensavano fosse un giocatore finito dopo i 7 mesi di stop? Quindi rallegriamoci, oggi è un giorno buono. Mancio rimane per vincere.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 19 marzo 2015 alle 00:00
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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